La luce dei discorsi che non potevi sentire, la luce di taglio, la liquorosa luce vellutata dei grandi.
Era quella, la strada dai mattoni gialli attraverso l'ombra, la luce calda dei sussurri, che appena coprono il tuo ansimante precipizio nel sonno, nell'incoscienza. E tu eri corpo, corpo nel buio.
Era quella, l'ultima cosa che ricordo ancora di ogni notte.
Svanivano in breve pure le stelle che la sera prima, come ogni notte, qualche Sisifo astrale veva caricato su di sé, appuntandole una a una sul cielo: cadevano giù, perché ciascuno esprimesse il desiderio per il nuovo giorno. Mi svegliavo in tempo nel grigio della loro polvere che si depositava tutto intorno, sulle mie paure, sul mio corpo. Segatura di una mattina inutile che ancora nessun altro conosceva.
La mattina presto e un bimbo nel buio.
Abbi cura di te, ragazzo.