È che tu cresci pensando che ci sia un corso naturale delle cose.
Studi, vai alle elementari, alle medie, al liceo, all'università, poi trovi un lavoro e bene o male farai quel lavoro tutta la vita, fino a quando andrai in pensione.
O se non sarà quel lavoro sarà un altro simile, legato agli studi che hai fatto, alle tue competenze se non addirittura alle tue passioni.
O almeno, questo è ciò che si aspettava dalla vita chi è nato tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Quelli che hanno visto i loro genitori costruire spesso dal nulla una rassicurante solidità economica: la prima casa di proprietà, magari anche una seconda casa, i figli, i soldi per farli studiare, qualche viaggio ogni tanto, robe così.
Non si tratta di lusso, ma di benessere medio borghese, per quanto banale.
Quelli che invece hanno vent'anni oggi l'hanno già capito che questo non è affatto il corso naturale delle cose. Che anche se ti laurei, fai il master, i corsi di specializzazioni e altre amenità qualificanti poi hai molte più probabilità di finire nel magico mondo del lavoro interinale piuttosto che in quello del lavoro sicuro e ben retribuito. Quanto all'acquisto della casa, neanche a pensarci, e pure l'idea dei figli, oggi, appartiene alla categoria del lusso.
Loro lo sanno, perché questo hanno visto da subito.
Noi quarantenni invece restiamo sgomenti di fronte al precipitare degli eventi.
Non è questo che ci hanno insegnato.
Noi abbiamo impostato la vita su quei presupposti là, abbiamo il mutuo e abbiamo fatto pure i figli. I più ottimisti ne hanno fatti perfino tre. Pazzi.
Perché adesso ritrovarti a essere un esubero, dopo che sono 18 anni che lavori, ritrovarti cassaintegrato (cassaintegrato?!? io?!?) o a informarti su eventuali sussidi di disoccupazione (disoccupazione?!? io?!?) produce lo stesso effetto di, chessò, una badilata sulla testa. Produce un panico da nonsense che rischia di generare conseguenze devastanti, scompensi paralizzanti, nevrosi, depressione.
Che poi ti dici "datti una mossa, tira su la testa, daiiii, una botta di energia, ogni crisi è un'occasione" etc etc, ma ogni volta che butti l'occhio in giro più che porte chiuse, o miserie, non trovi.
E allora ti viene la paura, e con lei il senso di colpa, ché ti senti pure una mollacciona, inadeguata, per niente "pushing", ché dove vai oggi se non sei "pushing"?
È una spirale pericolosissima, che cresce nello scorrere di mesi sospesi, senza risposte certe, a fare nulla perché nulla ti è chiesto di fare.
Domani è il 21-12-2012. Se non ci sarà la fine del mondo come l'avevano prevista i Maya, di sicuro ci sarà la fine del mondo come l'avevo immaginato io.