Il sole probabilmente s’era già levato da un bel pezzo, pur nell’incoscienza di chi abita sotto le plumbee nubi di un contingente freddissimo Febbraio. Atto di fede infatti faceva Giancarlo Arriostio, ex dipendente di una impresa di decorazioni torte nuziali, da pochi giorni in attesa di entrare in cassa integrazione. Doveva mantenere un fratello disabile, una moglie e un figlio, dunque non aveva mai avuto tempo per pensare agli astri visibili, invisibili o immaginabili. Ora, tutto d’un tratto, si ritrovava colmo di tempo libero, e invece di pensar alla volta celeste, si era messo in testa di far saltare in aria i figli appena dodicenni del suo vecchio datore di lavoro, Ippolito Del Vescovo. Brutto nome, diceva, sin dal cognome, che gli ricordava spesso le ruberie ecclesiastiche e gli indecenti silenziosi assensi alle politiche governative. Sì, ci voleva una bomba…e puff…in aria la prole dell’aguzzino. A che serviva? A niente, lo sapeva anche lui, ma era una questione di soddisfazioni ormai. Addirittura vagheggiava sogni insurrezionali e già si vedeva attorniato da adepti… “Ci chiameremo i figli del ‘89…come in quel libro!”