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Erano tutti miei figli, Mariano Rigillo fa venir la pelle d’oca

Creato il 10 marzo 2015 da Dfalcicchio

Erano tutti miei figli, Teatro Carcano

Una foto di scena, Ufficio stampa NC Media

“Quel ragazzo è vivo, perché se fosse morto l’avrebbe ucciso tuo padre!”

Queste le parole struggenti, ma piene di speranza, di una madre, Kate, interpretata da una straordinaria Anna Teresa Rossini, moglie nella vita e sul palcoscenico di Mariano Rigillo, primo attore in “Erano tutti miei figli” in cartellone al Teatro Carcano di Milano fino al 15 Marzo e poi a Genova e Padova.

La pièce, pubblicata nel 1947 e scritta dal drammaturgo americano Arthur Miller, è ambientata nel secondo dopoguerra, ma come ogni grande capolavoro –come conferma anche Rigillo durante l’intervista con FlipMagazine – riesce ad essere sempre attuale.

Mariano Rigillo, protagonista dello spettacolo, con la regia di Giuseppe Dipasquale, fa vibrare il palcoscenico e gli animi degli astanti, con la forza che caratterizza solo i grandi attori.

“Un personaggio scomodo il mio – ci spiega – ostile, corrotto e spregiudicato insieme. Joe Keller è un imprenditore cinico e senza scrupoli, il cui unico obiettivo è far soldi. Ho cercato di lavorare sul personaggio scavando l’intimo della volontà dello scrittore e cercando di coinvolgere il pubblico, guidandolo nell’evoluzione del dramma.”

Gli spettatori, infatti, all’inizio avvertono quasi una carica simpatica e positiva nei confronti del protagonista che poi, però, si trasforma in negativo, con la scoperta del crimine spietato dell’imprenditore che, vendendo pezzi difettosi all’aeronautica militare provoca la morte di ben 21 piloti. Vittime lontane e sconosciute alla famiglia Keller che, però, si ritrova a vivere il dramma di un figlio disperso, anche lui arruolato in aeronautica.

“Il pubblico vive una conclusione catartica, di riflessione profonda, sostenuta anche dalla sinergia magica della nostra compagnia, intreccio dell’esperienza di attori con una lunga carriera e della freschezza, unita a disciplina e dedizione delle giovani leve.”.

E noi ve lo confermiamo, cari lettori.

Pelle d’oca, lacrime agli occhi e profonde vibrazioni sono le piacevoli e piene reazioni di quando si gode di un teatro di qualità.

Eleonora Dafne Arnese

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