Eravamo con il Mali al bar

Creato il 22 gennaio 2013 da Frankezze


Incontrai il Mali in un bar dimenticato da Dio e dalle ‘ndrine: l’unico dell’emisfero boreale in cui non avevano l’Amaro del Capo. Il Mali era solo, seduto al tavolino in un angolo in fondo alla sala. Beveva Braulio. L’ultima persona che gli aveva rivolto la parola era stato Raimondo Vianello, nel 1973.

Io: “Devi stare tranquillo. Ti porto pace, acesulfame, caramello”
Mali: “Non mi basta”
Io: “Fosforo bianco, olio di palma, fluoxetina”
Mali: “Tutto qui?”
Io: “No. Foie gras, burro, spleen, socialdemocrazia. E l’ombrello della Nato”
Mali: “Ma qui non piove mai”
Io: “L’ombrello non serve solo per la pioggia. Conosci Altan?”
Mali: “No. Non mi fido di te”
Io: “Ti porto la sicurezza”
Mali: “Certo. Quella che hai portato all’Iraq nel 1990 e nel 2003, alla Somalia nel 1993, al Kosovo nel 1998, all’Afghanistan nel 2001″
Io: “Le cose vanno viste con la giusta distanza”
Mali: “Hai ragione. Oggi, a distanza di anni, Baghdad è il posto più sicuro per chi vuole leggersi Baricco in santa pace”
Io: “Perché proprio Baricco?”
Mali: “È paratattico. Possono anche interromperti ogni 16 secondi. Se ti sparano, se fanno saltare in aria il tuo isolato, se ti sequestrano e ti strappano le unghie, non perdi mai il filo del racconto. Anche perché non c’è, un filo del racconto. Se invece preferisci Dostoevskij, allora la Svezia è un po’ meglio dell’Iraq”
Io: “Ma al giorno d’oggi quel periodare pieno di subordinate non lo sopporta più nessuno”
Mali: “Vero. Verissimo. Oggi la vita è breve, soprattutto se ami le gite in barca a vela nel golfo di Aden…”
Io: “…La Somalia. Lì abbiamo fatto un gran lavoro. Adesso chiunque voglia importare uranio impoverito ed esportare armi d’assalto, deve passare da Mogadiscio”
Mali: “È il Paese più emozionante di tutta l’Africa. Lì la tua vita vale quanto la paga oraria di un assemblatore di telefonini nel Guangdong”
Io: “È un hub dal quale non puoi più prescindere, la Somalia. Poi, se sei uno che non gli interessa il traffico d’armi…”
Mali: “…Puoi sempre recuperare col traffico d’organi. E allora devi passare per forza da Pristina, che è diventata la City del mercato del rene”
Io: “Prima ti toccava spingerti fino in Bielorussia”
Mali: “Sì, ma ora parlami dell’Afghanistan”
Io: “Quei cazzo di talebani avevano bloccato il traffico d’oppio per le loro stronzate religiose. Il 2001 fu l’anno nero per gli eroinomani di tutto il mondo. Lanciammo l’operazione Enduring Freedom dietro precisa richiesta dei Rolling Stones e di Asia Argento”.
Mali: “E i risultati si vedono eccome. Adesso, se ti vuoi fare una pera a Manhattan, sei sicuro. Ma, se vuoi prenderti un tè a Kabul, un pochino di ansia ti viene”.

L'articolo Eravamo con il Mali al bar è ovviamente opera di Frankezze.


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