Alla vigilia della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ieri, a un anno esatto dall’inizio del processo di secondo grado, la Corte d’Assise d’Appello di Catania ha emesso il verdetto contro Loris Gagliano, accusato del duplice omicidio di Stefania Noce e del nonno
Il processo era iniziato il 25 novembre 2013 e riguardava il duplice omicidio avvenuto il 27 dicembre 2011 a Licodia Eubea, in provincia di Catania. La vittima predestinata eraStefania ventiquattrenne ex fidanzata di Loris, studentessa di lettere a Catania e attiva nel mondo studentesco e dell’associazionismo.
Gagliano studiava psicologia alla Sapienza di Roma ed era in Sicilia per le vacanze natalizie. Andò a casa della ragazza e la uccise insieme al nonno, Paolo Miano di 71 anni, che cercava di difenderla, e ferendo la nonna, Gaetana Ballirò. Il delitto fu lungamente premeditato: il giovane si era appostato con una balestra di fronte alla casa della ragazza, le armi che vennero ritrovate nella sua macchina e il fatto che avesse consultato un sito che spiegava come “sgozzare la fidanzata” in presenza di Stefania che si era spaventata e aveva iniziato a pensare di lasciarlo. ”Quello di Stefania è stato, a tutti gli effetti, un femminicidio” dirò Pina Ferraro, consulente della famiglia Noce, che fa parte del centro antiviolenza Thamaia che si è costituito parte civile nel processo e che quotidianamente è a fianco delle donne e dei minori vittime di violenza per proporre e sostenere un nuovo modello culturale che costruisca una diversa relazione tra i generi, scevra da conflitti di potere.