Ogni anno all’inizio dell’autunno compro un vaso di erica che quasi sempre, forse per la temperatura ancora calda e l’esposizione soleggiata del mio balcone, diventa secca in pochi giorni. A questo punto la metto in salotto dopo averla spruzzata di lacca, ed il suo colore porpora, vicino a quello rosato delle ortensie, è un ornamento decorativo per la stanza in inverno.
Dei due vasi acquistati quest’anno uno è in salotto, l’altro messo su un balcone con esposizione a nord è ancora vivo e verde e spero lo rimanga a lungo. Essendo una pianta acidofila predilige un’esposizione fresca e poco sole. Leggo l’etichetta sul vaso che dice Calluna vulgaris. Faccio una breve ricerca.
Calluna vulgaris o brugo, pianta della famiglia delle ericacee (wikipedia). Brugo ed erica non sono la stessa cosa. Brugo da brucus, termine di origine celtica che indicava la pianta, e da brucus è derivato il nome della brughiera, che evoca una landa desolata e ventosa spesso descritta nei romanzi inglesi dell’ottocento. Emily Bronte amò e descrisse la brughiera in tutte le stagioni: (…) In estate nulla di più delizioso di quelle vallette chiuse tra le colline, di quei poggi sporgenti ed erti, coperti di erica (Emily Bronte, Cime tempestose). Effettivamente é un suolo povero di sostanze minerali, arido e acido, dove questa piantina, meglio di altre riesce a vivere. Nelle baragge, le brughiere tipiche del vercellese, il terreno su cui cresce il brugo è un terriccio prezioso per le piante d’appartamento che necessitano di terra acida.
Il brugo è molto simile all’ Erica carnea sia per le foglie che per i fiori e si distingue da essa per la corolla ed il calice differenti (ancora wikipedia). Fiorisce dalla tarda estate all’autunno inoltrato, mentre l’erica fiorisce in inverno fino a primavera.
I fiori sono molto frequentati dalle api che producono un miele scuro e aromatico. Il legno delle radici più grosse serve per costruire i fornelli di pipe pregiate, mentre in passato i rami venivano riuniti per farne scope da giardino, dette “scope di brugo”.
Molte sono le proprietà terapeutiche. E’ un rimedio contro tutte le infiammazioni delle vie urinarie. Il decotto di fiori schiarisce le efelidi e risana eczemi e disturbi cutanei. Il macerato alcolico è utile per massaggi in caso di artrite e reumatismi. (Alfredo Cattabiani, Florario)
Il dott. Edward Bach per i suoi Fiori scelse l’erica, Heather,come rimedio alla solitudine “Per quelli che sono sempre alla ricerca di qualcuno che possa tener loro compagnia, perchè hanno bisogno di parlare dei loro affari con gli altri, qualunque possa essere l’argomento. Sono molto infelici quando restano soli per un certo tempo” (E. Bach)
Nel simbolismo è dedicata alla solitudine ma anche alla speranza perchè cresce e fiorisce là dove non fiorirebbe nessun’ altra pianta.
L’erica è anche il fiore nazionale della Scozia dopo il cardo, e qualche anno fa, durante un viaggio nelle Highlans ne raccolsi un gran mazzo che portai a casa (non potevo non farlo). E la visione di quella distesa di fiori rosa è uno dei più bei ricordi che ho della Scozia.