Erika Mann, QUANDO SI SPENGONO LE LUCI Storie dal Terzo Reich, Il saggiatore

Creato il 20 settembre 2013 da Atlantidelibri

Thomas Mann mit Familie in Nidden (Photo credit: Wikipedia)

da  Erika Mann, prima figlia del NObel Thomas, dieci storie di persone comune, scritte  con l’intento di rendere noto al pubblico americano la condizione di vita sotto il tallone dell’oppressione nazista, prima dell’entrata in guerra della nazione americana.

Erika Mann,

QUANDO SI SPENGONO LE LUCI

Storie dal Terzo Reich, Il saggiatore

Germania, ottobre 1938. Uno straniero passeggia tra i vicoli di una città di provincia. Sono da poco passate le nove di sera e la città è irrealmente deserta e silenziosa, si odono solo il fruscio di bandiere appese alle finestre, l’abbaiare di un cane che si confonde con l’eco di una voce di un uomo.

Lo straniero siede ai piedi di un monumento, guarda il cielo, assapora la quiete e la serenità della notte. Non sa che la voce lontana è quella di Adolf Hitler che parla al suo popolo, non sa che da lì a poco tempo dalla Germania partirà l’offensiva che darà inizio alla Seconda guerra mondiale.

In Germania, molti intellettuali e artisti sono fuoriusciti da anni, scegliendo o dovendo scegliere l’esilio come autodifesa. Una di loro vuole far capire che cosa sta succedendo, che cosa è già successo e soprattutto quello che ancora potrebbeessere fatto.

Quando si spengono le luci, volume di racconti brevi scritti in presa diretta da Erika Mann in pochi mesi, è testimonianza e appello.

L’autrice racconta di gente comune, non di eroi né di criminali al servizio del Terzo Reich: sono viaggiatori, medici, commercianti, contadini, professori universitari, operai, sacerdoti, giornalisti, madri di famiglia e marinai i protagonisti delle sue «storie vere».

In un racconto, il professor Habermann conduce per mano i suoi allievi all’insubordinazione in pectore, durante una lezione, col solo ragionare correttamente di diritto in un’aula universitaria. In un altro, due giovani ragazzi innocenti, non certo avversi al regime, si suicidano per colpa della leggerezza incompetente di un medico nazista, in un contesto di ubbidienza cieca a cui loro per primi si sono volontariamente uniformati. Per i due giovani il processo post mortem si chiude con una vuota frase di circostanza e il rammarico che al Terzo Reich sia stata tolta «forza lavoro»: di certo un futuro fedele soldato e, con tutta probabilità, una buona fattrice di bambini.

Nella postfazione «Un nuovo tipo di scrittrice», Agnese Grieco scende dietro le quinte dell’opera di Erika Mann, mettendo in luce la delicatezza illuminista e la misura perfetta con cui Quando sispengono le luci analizza la doppia natura faustiana dell’anima tedesca, per cercare di capire e affrontare il presente hitleriano e testimoniare, al tempo stesso, un’altra Germania.

Erika Mann (Monaco di Baviera, 1905 – Zurigo 1969), saggista, performer, scrittrice e giornalista, figlia primogenita di Thomas Mann e Katja Pringsheim, abbandona la Germania del Terzo Reich nel 1933 assieme al fratello Klaus, scegliendo la via dell’esilio che la porterà in Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti.

Corrispondente per radio e giornali inglesi e americani, autrice di fortunati libri per l’infanzia, reporter di guerra, conferenziera di successo, curatrice del lascito letterario del padre e del fratello, Erika Mann attraversa anni cruciali all’insegna di un instancabile impegno intellettuale.

Tra le pubblicazioni in italiano, Caro Mago. Lettere e risposte 1922-1969 (il Saggiatore 1990), che raccoglie la corrispondenza con il padre.

Agnese Grieco è nata a Milano, dove si è laureata in Filosofia, e ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Freie Universität di Berlino, città in cui vive dal 1996.

Da anni lavora come scrittrice, drammaturga e regista teatrale fra Italia e Germania.

Per il Saggiatore ha pubblicato Wittgenstein (1998), Per amore (2005), Anatomia di una rivolta (2010).



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