Ciò non toglie che oltre ai vantaggi della foliazione massiccia, dall'opera emergano anche alcuni difetti o caratteristiche che io recepisco come tali, aspetti del lavoro di Ade Capone che accomunano diverse sue sceneggiature e creature (la mente inevitabilmente torna al caro Lazarus Ledd).
Inquadriamo il personaggio: Erinni è la professoressa universitaria Eleanore Glenn, una donna disinibita che in seguito a misteriosi episodi del suo passato inizia ad uccidere uomini che hanno un rapporto perverso e lascivo con il sesso. Nel far questo l'efferata killer si mette in gioco totalmente portando le sue vittime al massimo del piacere sessuale prima di ucciderle. La tematica sessuale, decisamente forte in quest'opera, dimostra quanto coraggio avesse un Ade Capone, autore che arrivava dal fumetto popolare italiano. Nonostante Erinni veda solo ora gli scaffali delle edicole grazie all'edizione della Cosmo, già nel lontano '96, seppure sotto l'etichetta indipendente della Liberty, questo era un fumetto che poteva considerarsi fuori dagli schemi. Portare temi poco battuti nel fumetto popolare era un pallino di Capone che anche in Lazarus Ledd, prodotto per l'edicola di stampo avventuroso (con tutte le varianti di generi), trattava il tabù sesso con una visione e un piglio più adulto rispetto ad altri albi riconducibili allo stesso segmento commerciale.
Insomma, carne al fuoco ce n'è ed è di quella un poco atipica, il gusto deve piacere ma la serie indubbiamente si legge bene e i risvolti del thriller non annoiano garantendo la giusta dose di divertimento. Le note dolenti arrivano a mio avviso da quella tendenza dello scrittore a cadere ogni tanto nel discorso retorico, un tantino ridondante e di maniera. Ad esempio tutto il pistolotto presente nell'atto mezzo (uno dei prologhi) a opera di un dj notturno che tanto ricorda il Nightfly di Lazarus Ledd era francamente evitabile, passaggi come questo: la giovinezza che se n'è andata, con la sua spensierata follia. S'invecchia presto, in questo cazzo di mondo, s'invecchia dentro, e quando te ne accorgi è già troppo tardi... giusto per rendere l'idea, artificiosi, superflui, alcune considerazioni spezzano il ritmo e personalmente mi infastidiscono anche un po'.
Come in Kor One le matite del prologo sono affidate ad Alessio Fortunato che anche qui non si smentisce confermandosi uno dei migliori disegnatori tra i collaboratori di Ade. Il secondo prologo, quello col pistolotto del dj, è un episodio natalizio realizzato da Andrea Carnevale che nelle intenzione voleva forse richiamare, senza peraltro riuscirci, l'impatto visivo del Sin City di Frank Miller. Il grosso dell'opera è affidato a Luca Panciroli, disegnatore ufficiale della serie, matitista che non rientra tra i miei preferiti e che qui mette su carta un lavoro discontinuo che alterna tavole più curate ad altre meno riuscite, spigoloso e deformato su molti volti e anatomie garantisce comunque un lavoro fruibile e atmosfere adatte alla storia. Un poco meno gradevoli i due atti finali a opera di Marco Sciame che arrivano forse quando ormai l'occhio si è abituato al tratto di Panciroli. Si chiude in bellezza con l'atto finale a cura di Fabio Bartolini, un grande disegnatore dal tratto forse fin troppo pulito ma che crea uno stacco stilistico e qualitativo con gli episodi precedenti che garantisce una bella chiusura alla serie.
Appuntamento tra qualche tempo con nuove opere scritte da Ade Capone.