Ermetismo ed alchimia

Da Marialuisapesce @marialuisapesce
Nell'ultimo post abbiamo affrontato la questione della Magia naturalis e di uno dei suoi propugnatori, che fu il frate domenicano Giordano Bruno.E' forse tempo di spiegare che la Magia rinascimentale è una magia alchemica che trae le sue posizioni filosofiche dal Neoplatonismo e dalla figura mitica di Ermete Trismegisto.Nell'Antico Egitto veniva adorato un dio dalla testa di ibis, un uccello che un tempo abbondava sulle sponde del Nilo: il nome di questa divinità era Thot, ma, per progressive sovrapposizioni, essa finì per amalgamarsi a quella dell'Hermes greco, di cui condivideva alcuni attributi.Successivamente si pervenne a una figura con minori caratteri di deità: Ermete Trismegisto, che assunse una collocazione storica, benchè con caratteri mitici, divenendo un personaggio della leggenda, chiamato tre volte grande in quanto considerato il più grande filosofo, il più grande sacerdote, il più grande re. Così a detta del Magus rinascimentale Marsilio Ficino.Ermete diventa dunque un mitico benefattore degli albori della razza che porta conoscenza e sapienza ad un'umanità ancora bambina.
Così come Mosè fu considerato il capostipite della tradizione esoterica ebraica, ugualmente Ermete lo diviene di quella egizia, con un discreto numero di discepoli.Fu così che, nel corso dei secoli, il dio Hermes si è trasformato nel maestro Hermete, fondatore dell'Ermetismo, che ha come suo principio costitutivo l'arte esoterica della trasformazione e del cambiamento.Alla base di quest'arte troviamo l'Alchimia, che si pone come obiettivo non solo quello di trasmutare alcuni metalli in altri (il famoso piombo in oro), ma anche quello di convertire le sostanze più grosse in quelle più sottili.Recita la Tavola Smeraldina, il documento alla base dell'ermetismo, attribuito direttamente ad Ermete Trismegisto: "Separerai il sottile dallo spesso, delicatamente, con grande ingegno."
Tuttavia lo scopo segreto dell'alchimia era quello di portare l'uomo al ricongiungimento con la coscienza divina. E' forse molto diverso dal tramutare il piombo in oro? In effetti no.Cosa aveva mai di tanto importante l'oro per convogliare su di sè tutta la sua attenzione, a tal punto che gli occulti segreti della sua preparazione dovessero essere nascosti nelle immagini delle grandi cattedrali francesi?Pressocchè nulla.Esso si fa simbolo insieme ad altri metalli per indicare energie nascoste all'interno della nostra psiche.Ed è con quelle che si cimenta il vero Alchimista.Bisogna avere oro per creare oro, occorre cioè che il materiale grezzo della propria esistenza (il piombo) sia filtrato da quel minimo di consapevolezza con cui veniamo al mondo (oro) per produrre maggiore consapevolezza.Il mercurio è ad esempio simbolo del modo in cui la nostra mente media con il mondo, assorbendone le forme, al fine di conoscerlo: non era Hermes il messaggero degli dei?Tre sono gli stadi conosciuti di questo processo alchemico:
  • nigredo, o fase al nero, associata a Venere e al desiderio, che si manifesta in un duplice aspetto: benefico e dispensatore di vita, oppure malefico e dispensatore di morte e distruzione. Ecco forse dunque svelarsi il simbolismo delle Madonne nere, talvolta identificate con Iside.
  • albedo, o fase al bianco: la purificazione dal desiderio, che rimanda o all'ascetismo, il cui signore è Marte, simbolo di lotta e disciplina, e l'elemento a lui collegato, il ferro; oppure la possibilità di abbracciare il desiderio stesso, trasformandolo (che rimanda al tantrismo). Se l'obiettivo è raggiunto, l'Io viene chiamato Oro bianco o Zolfo bianco, materia che rende bianco il rame, metallo di Venere.
  • rubedo, o fase al rosso: associata al calore, è il ritorno alla terra con la coscienza purificata che restituisce la vita all'incorporeità. L'Io, oramai distaccatosi dalle scorie dell'esperienza, deve ritornare per darle luce e calore. 

Vi sono molti stadi e sottostadi che qui sono stati tralasciati per brevità di trattazione ma anche perchè spesso i testi alchemici sono criptici al riguardo.L'approccio all'alchimia sembra passare per la via della "trasfigurazione": il corpo stesso viene preso come materia al nero e sottoposto a un processo di trasformazione tramite l'attenzione cosciente. Tecniche di percezione cosciente del corpo vengono insegnate in diverse scuole esoteriche, non ultima quella di Gurdjieff.Lo stesso Jung lavorò molto sul concetto alchemico di trasformazione nella sua teoria sull'individuazione, usando però canali che avevano a che fare con la psiche, come i simboli, i sogni, le immagini e i miti. 
Ermete Trismegisto appare tre volte nella storia: nell'Egitto predinastico, ma questo momento è avvolto nelle spire del mistero; nella tarda antichità, quando il Pantheon pagano è ormai insoddisfacente e all'orizzonte si profila una nuova confessione, il cristianesimo; infine nel Rinascimento, quando è lo stesso cristianesimo a essere ormai fiacco e corrotto. E' qui che il Corpus Hermeticum viene ritrovato fra le rovine di Bisanzio nel 1460 e fa da apripista alla modernità.Assistiamo oggi al rompersi della modernità con la nascita di nuovi scenari religiosi, che vanno dal guardare indietro del neopaganesimo contemporaneo alle forme di commistione fra antiche scienze e la psicologia contemporanea.Può un antico dio dalla testa di uccello ricordarci ancora lo scopo fondamentale dell'essere umano: quello di tramutare il "piombo" dell'esperienza sensibile nell' "oro" della vera consapevolezza?

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