Se noi lasciamo che il futuro venga da sé, come sempre è venuto, e non ci riconosciamo altri doveri che quelli che avevano i nostri padri, nessun futuro ci sarà concesso.
Il nostro segreto patto con la morte, a dispetto delle nostre
liturgie civili e religiose, avrà il suo svolgimento definitivo.
Se invece noi decidiamo, spogliandoci di ogni costume di
violenza, anche di quello divenuto struttura della mente, di morire al nostro passato e di andarci incontro l’un l’altro con le mani colme delle diverse eredità, per stringere tra noi un patto che bandisca ogni arma e stabilisca i modi della
comunione creaturale, allora capiremo il senso del frammento che ora ci chiude nei suoi confini.
È questa la mia professione di fede, sotto le forme della speranza.
Chi ancora si professa ateo, o marxista, o laico e ha bisogno di un cristiano per completare la serie delle rappresentanze sul proscenio della cultura, non mi cerchi. Io non sono che un uomo. Ernesto Balducci