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Ernesto Guevara de la Serna moriva il 9 ottobre 1967, Giovanni Falcone il 23 maggio 1992

Da Zazienews

Ernesto Guevara de la Serna moriva il 9 ottobre 1967,  Giovanni Falcone il 23 maggio 1992
23 maggio 1992 e quei nomi uniti ai tanti,  vittime di stragi, che portano una firma unica fatta di intrecci, intrighi, contaminazioni, omertà. Luigi Garlando ha raccontato la storia di Giovanni Falcone, la storia delle sue scelte, la determinazione, il coraggio, in un libro dedicato ai ragazzi uscito undici anni fa, un libro “necessario”. Per questo mi chiamo Giovanni racconta un rapporto tra un padre e un figlio, racconta la trasmissione della conoscenza, l’offerta di valori condivisi. Parla di un rapporto speciale tra un ragazzo e un nonno L’estate che conobbi il Che, l’ultimo libro di Luigi Garlando, pubblicato da Rizzoli (di cui avevamo anticipato l'uscita qui)
Ernesto Guevara de la Serna moriva il 9 ottobre 1967,  Giovanni Falcone il 23 maggio 1992
Mette in pagina l’affetto di Cesare per un nonno straordinario, artista del legno, capace di visioni utili a determinare un’importante economia del territorio. Un nonno ammalato, ma pieno di energia quando racconta al nipote di un uomo che ha fatto la storia, un uomo diventato un’icona sulle magliette indossate in tutto il mondo. E dalla voce che non conosce stanchezza Cesare scopre chi era Che Guevara, la sua vita avventurosa, le sue scelte, l’amore, l’etica e la libertà al centro. Un medico e un guerrigliero, un uomo che si era battuto contro la diseguaglianza, che ha sempre creduto che l’educazione fosse l’arma più efficace contro la tirannia. La storia del grande eroe sudamericano si fonde con il resoconto dei mondiali di calcio del 2014, con la misera figura della squadra italiana, si intreccia alle sorti di una fabbrica che rischia di chiudere, alle manifestazioni degli operai, ad una realtà che, all’apparenza vuota di colori, mostra impreviste e salviche sfumature. Luigi Garlando offre, con la sua lingua pulita, perfettamente informato dei fatti, una narrazione in grado di affascinare il lettore, di portarlo dentro ad una storia che invita “a provare indignazione per le ingiustizie e i privilegi, a considerare il colore degli occhi prima di quello della pelle e a spezzare le catene con i libri”.
Silvana Sola

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