Io credo che ora sia venuto il momento di raccogliere una sfida tutti insieme italiani, americani, europei, latino americani, asiatici, africani: la sfida di creare insieme un mondo migliore. Stiamo vivendo il momento più rivoluzionario della storia umana e io penso che quello che stiamo cominciando a percepire sia qualcosa con una portata ben più ampia della Rivoluzione Agricola, della Rivoluzione Industriale, della Rivoluzione Americana, perché è una rivoluzione della coscienza. Siamo passati da un periodo della Storia in cui le istituzioni religiose governavano il mondo al momento in cui sono stati i Governi a prendere il sopravvento, ad avere il controllo e siamo arrivati al momento in cui sono le grandi società multinazionali ad avere il controllo di tutto perché è ormai la corporatocrazia, i leader della grandi multinazionali sono loro a controllare i presidenti degli Stati Uniti, il Primo Ministro italiano, a controllare un po’ tutti.
Quindi potremmo dire che sono queste grandi corporation ad avere il controllo e se fino ad adesso non ci sono proprio riuscite per intero penso che non sia accaduto perché tutti noi possiamo vedere gli strumenti e i modelli attraverso cui chiedono di consumare i beni e le ricchezze. Perché il mercato internazionale può essere una democrazia se noi scegliamo di renderlo come tale; se ci pensiamo tutte le volte che compriamo una giacca, un paio di pantaloni è come se esprimessimo un voto a favore di quella tal società che ha prodotto quel bene. Diventa quindi molto importante acquistare un bene da quelle corporation che sono impegnate a creare un mondo migliore per i nostri figli e nipoti. Ecco ma per fare un passo indietro come siamo giunti a questo momento ci è appena stato descritto con una parola che sentiamo spesso: crisi, come ci siamo arrivati? Perché le grandi teorie economiche di Adam Smith o Keynes, queste leggi naturali del mondo della domanda e offerta non funzionano più.
Perché tutto è sospinto da queste corporation che controllano la politica e lo dico con cognizione di causa, perché ho giocato un ruolo in questo mondo negli anni Settanta quando queste tendenze hanno cominciato a prendere piede. Io ero un sicario dell’economia, ufficialmente il mio titolo era quello di capo-economista in una grande società di consulenza degli Usa, però ciò che feci io e ciò analogamente a me fecero altri è emblematico del mondo in cui siamo arrivati oggi. Che cosa fa un sicario dell’economia? Ha il compito di trovare Paesi con risorse naturali particolarmente ambite, ad esempio il petrolio, per poi convincere quel Paese a contrarre un grosso prestito presso la Banca Mondiale. Il denaro però non arriva mai in quel Paese, ma viene convogliato nelle casse di una multinazionale in modo che quest’ultima possa avviare grandi progetti infrastrutturali: una centrale per la produzione dell’energia, infrastrutture viarie eccetera. Questi grandi progetti aiutano solo i grandi capitani d’industria o dei grandi operatori del commercio, quindi non vanno a vantaggio della gente povera che non può acquistare elettricità o lavorare negli impianti dell’industria. Quindi questi Paesi si trovano a contrarre debiti tali, come in Italia oggi, che la gente non può ripagare. Il sicario dell’economia torna allora in quel Paese e suggerisce: dal momento in cui non siete in grado di pagare il vostro debito vendete il settore pubblico, l’ente elettrico, il sistema fognario al nostro Paese. Ed è così che queste grandi società riescono a insediarsi nel Paese prendendo il controllo delle società pubbliche. E se quel Paese possiede risorse importanti viene chiesto a quel Paese di vendere le proprie risorse ad un prezzo molto basso alla corporation e in cambio viene anche chiesto che non vengano frapposte delle ristrettezze in campo fiscale o ambientale e quindi sostanzialmente il Paese è costretto a vendere le proprie risorse senza nessun vincolo. E magari si chiede anche di poter costruire una base militare o anche, che alle successive votazioni del l’Onu voti a favore del Paese rappresentato dalla multinazionale. Se il Presidente di un Paese non accetta questa situazione vengono chiamati gli sciacalli che creano le condizioni per un colpo di stato o assassinano quei leader. Nel mio libro ho parlato del Presidente dell’Ecuador, ho parlato del Presidente del Panama, Torrijos. Io ho fatto del mio meglio per corrompere queste persone e fare in modo che accettassero queste condizioni, ma loro non hanno accettato perché erano integri e sono stati tutti e due uccisi dalla Cia. Gli Stati Uniti hanno ammesso di averlo fatto con Allende in Cile, con Mossadeq in Iran, Arbenz in Guatemala. Chiedo scusa se non parlo l’italiano… La proxima vez cuando vengo, voy aprender l’italiano…
Ci sono dei casi in cui anche gli sciacalli falliscono e allora a quel punto c’è l’ingresso dei militari ed è quello che è accaduto in Iraq e in Afghanistan, e quindi attraverso queste modalità si è creato questo nuovo impero, ed è un impero che si avvale di strumenti dell’economia e non militari. Non è davvero un impero americano, ma delle grandi multinazionali: Exon, la Monsanto, la Ge non si considerano americane ma globali ad esempio si servono delle leggi di un certo Paese per evitare di pagare le tasse in un altro. Se, ad esempio, prendiamo l’eurozona e se cerchiamo di capire perché c’è tanta recessione, dobbiamo andare a vedere per forza cosa succede nella corporatocrazia. Le grandi corporation non vogliono un’Europa unita, perché vogliono praticare la strategia del divide et impera, perché vogliono poter giocare un Paese contro l’altro per poter sfruttare tutti gli strumenti possibili che hanno.
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