È stato ritrovato in un'auto il corpo di un bimbo rifugiato scomparso a Berlino nei primi giorni di ottobre.
Si tratta del piccolo Mohammed, bosniaco, del quale era stata denunciata la scomparsa: l'identità del bimbo ritrovato senza vita è stata ufficialmente confermata dalla polizia dopo l'autopsia.
Il proprietario dell'auto, arrestato, ha confessato alla polizia di aver ucciso Mohammed. L'uomo, di 32 anni, di cui ancora non si conoscono le generalità è attualmente sotto interrogatorio. L'autore del delitto, che non vive a Berlino ma in un paese del Brandeburgo, la regione attorno alla capitale, è stato arrestato dopo la segnalazione alla polizia di sua madre, che lo aveva riconosciuto nelle nuove immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso che gli investigatori avevano diffuso negli ultimi giorni. Quando la polizia è arrivata per arrestarlo, l'uomo è scappato, provando a fuggire in auto, ma è stato bloccato.
Gli inquirenti non si sbilanciano sui motivi del delitto. L'uomo non era conosciuto dalla polizia, aveva avuto molti anni fa un problema con la giustizia ma per un caso minore e assai diverso da quello attuale.
Mohamed era arrivato a Berlino con i due genitori e altri due fratelli ed era scomparso il primo ottobre dal sovraffollato piazzale dove è situato l'edificio dell'agenzia regionale per la salute e gli affari sociali (Lageso), nel quartiere di Moabit. Lì la famiglia era in coda per registrarsi e avviare la pratica del diritto d'asilo. Un attimo di disattenzione e Mohamed è scomparso dal campo visivo della madre. Le ricerche sono andate avanti per 4 settimane, gestite da una speciale unità della polizia berlinese che ha ricevuto 350 segnalazioni dai cittadini.