Antonio Montinaro e la moglie Tina
Antonio Montinaro è uno degli agenti della scorta al giudice Falcone: un poliziotto che amava il suo mestiere, convinto che tutti i sacrifici e i pericoli lungo la strada, fossero necessari per garantire la sicurezza a quel giudice che rischiava a sua volta la vita per aver sfidato la mafia. E' uno degli eroi “senza nome” ricordati nel libro del poliziotto scrittore Maurizio Lorenzi: la sua storia, di poliziotto, di marito e padre, è raccontata dalla moglie Tina. Che, appresa la notizia dell'attentato, il 23 maggio 1992, si precipita all'ospedale:Scorgo qualcosa. Un dettaglio. Un particolare. È qualcosa che spunta da sotto il lenzuolo, di lato. Mi piego di lato per mettere a fuoco, e la vedo.È una mano.La sua mano.La riconosco con certezza. Ha le dita incrociate.Perché quel gesto, quelle dita incrociate, cosa significava? Lo racconta lei stessa, ricordando una passeggiata lungo il mare:
Non ci credo.Come è possibile?Ora le lacrime bussano alla mia porta. Non posso che aprire per lasciarle uscire.
«Sai cosa faccio quando percorriamo l'autostrada mentre siamo di scorta?»«E che fate?«Incrociamo le dita. È l'unico punto in cui siamo a rischio, sai?»«L'unico, Antonio? A me sembra che siate sempre in pericolo!»«Non è vero, Tina. In città siamo pronti e anche aggueriti. Lo sanno tutti che se ci fanno un'imboscata scendiamo coi mitra e qualche cadavere lo facciamo anche noi. Puoi starne certa. I rischi vengono invece dai tratti lunghi, quelli più isolati, all'apparenza più tranquilli. Il più pericoloso è quello dall'aeroporto verso Palermo.»Antonio, e i suoi colleghi, sapevano cosa rischiavano, ogni giorno, percorrendo quel tratto di autostrada che, quel caldo pomeriggio, divenne inferno, cratere, fiamme, polvere e sangue.
Mi chiamo Tina Martinez e sono la moglie di Antonio Montinaro.Dall'intervista ad Antonio Montinaro ad un giornale svedese, dieci giorni prima di morire
Da oltre vent'anni a questa parte compio sempre vent'anni.Mio marito fa il poliziotto e lo farà per sempre.Scorterà per sempre magistrati e persone a rischio.Credo che sarà al fianco di Giovanni Falcone, l'uomo in cui confidava ciecamente mentre noi credevamo ostinatamente nei giudice che sfidava la mafia.La mia famiglia è sempre una famiglia speciale, oggi più di ieri.-gaetano è un uomo. Giovanni lo è appena diventato.
Sono sempre i nostri gioielli, come i loro sorrisi.Saranno la nostra vita. La mia e di Antonio.
La faccia della mafia è la faccia della gente. Che vede uccidere un uomo e non testimonia.Ecco, ci sono mille facce, mille momenti che vengono fuori quando la gente ha paura.La mafia è forte proprio perché la gente ha paura e la paura nasce dalla volontà di non credere in chi potrebbe rappresentare: la gente crede di non poter avere fiducia nello Stato.Si sconfigge la mafia con un solo modo, secondo me: facendo capire ai cittadini che i tempi del rivolgersi a zu Pepino o a zu Ciccio sono terminati. Esiste uno stato, esistono dei rappresentanti e sono loro che devono risolvere i problemi.Il vicino di casa non li può risolvere, può solo risolvere il problema dell'ascensore quando si è rotto..Il sito dell'associazione Quarto Savona 15 (il nome della scorta) nata per volontà di Tina Montinaro, dedicato alla memoria di questi eroi che un nome e una memoria lo meritano.
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