EROS TIME: Rossella Martielli e "L'uomo di mia madre" - Lite Editions

Creato il 04 novembre 2012 da Tuttosuilibri @irenepecikar

Inauguriamo la nuova rubrica EROS TIME, dove presenteremo autori più o meno noti che scrivono racconti e romanzi erotici, con... 


Rossella Martielli



Accanita lettrice, editor e giornalista per professione, scrittrice per passione, ha pubblicato racconti per ARPANet, Perrone Editore, Damster e altri. A marzo 2011 è uscito il suo primo romanzo, In ricordo di noi, edito dalla 0111Edizioni.Nel marzo 2012 entra nella rose delle finaliste del Primo Premio Romance indetto da I Romanzi Mondadori e Romance Magazine, su cui il racconto è stato pubblicato. Scrivo per Sul Romanzo, SoloLibri e La bottega di Hamlin. Lavora come editor per Florestano Edizioni e Lite Editions.

http://www.rossellamartielli.com/


A cura di Irene Pecikar

 

L'UOMO DI MIA MADRE

  • Pagine: 22
  • Editore: Lite-editions (10 settembre 2012)
  • Prezzo: € 1,99 

Recensione:

Lei una adolescente con genitori divorziati e una madre che cambia spesso fidanzato. Lui il tredicesimo uomo di cui sua madre si è innamorata.Due figure femminili in competizione: la figlia, acerba e un po’ ribelle, la madre, sempre in tiro. Lei detesta la madre assente, la madre incomincia ad accorgersi che la figlia non è più una bambina. E di questo pare se ne accorga anche Salvatore, il fidanzato della madre. Uomo tutto d’un pezzo, avvocato,la tiene alla larga con un comportamento molto distaccato. Lei un po’ ne soffre, prima per la presenza di un nuovo uomo in casa, poi per la freddezza con cui la tratta. Così si dedicata ai suoi coetanei e pure a quelli più grandi: da quando l’uomo di sua madre è nei paraggi, lei avverte uno strano calore… Lo cerco, lo guarda, lo provoca. E se anche lei non gli fosse poi così indifferente? Quando una scintilla scocca pronta a far ribollire il sangue, si può spegnerla? Una scrittura leggera e genuina, quella di Rossella Martielli, che, già finalista del Premio Romance Magazine, si cimenta in una sfumatura erotica di classe in questo bel contemporaneo narrato in prima persona. 

Conosciamola meglio!



Ciao, Rossella, benvenuta. Accomodati nel nostro salotto dedicato all’Eros, ti piace la nostra tappezzeria rosso scuro, un po’ retrò, e le poltroncine in velluto? Poco comode, ma fanno stile… non trovi? Gradisci un succo di frutta o preferisci un cappuccino?

R: Ciao Irene e grazie dell’accoglienza! L’ambiente mi piace moltissimo, è caldo e soprattutto molto accogliente, come dovrebbe essere qualsiasi ambiente in cui si parla di libri… Per me un cappuccino, grazie. L’inverno è già arrivato, e qua a Torino in questi giorni si sente particolarmente!

Vado subito al dunque: hai letto le famose sfumature?

R: Sinceramente? Ci ho provato, ma non sono riuscita ad andare avanti… avrò letto una trentina di pagine in tutto, saltellando da una parte all’altra. Il mio pensiero su questo caso letterario è scisso in due. In primis, lo trovo un’insopportabile banalizzazione di una tematica molto delicata – il masochismo –, che andrebbe trattata in maniera diversa, più approfondita, insistendo molto sulla psicologia che c’è alla base dei rapporti di dominio, sulle cause che li scatenano e sulle loro conseguenze. Nel romanzo, invece, a mio avviso si oscilla tra il ridicolo e l’assurdo. Ma l’accusa più grave che faccio a questo libro è un’altra, e la faccio da donna, non da scrittrice. Sono secoli ormai che la donna cerca di svincolarsi dall’idea profondamente radicata che l’amore sia sofferenza, pena, dolore (in questo caso anche fisico); ancora non c’è riuscita, perché moltissime ragazzine sono convinte che amare voglia dire soffrire. Che cosa impareranno queste ragazzine da un libro del genere? Che l’amore è umiliazione, accettazione del dolore, umiltà estrema. Invece no: l’amore è gioia, il sesso fa star bene, non umilia, e il piacere non ha nulla a che fare con il dolore fisico, davvero NULLA. E se un giorno nella vita incontrassero un Mr Grey, consiglierei loro di scappare a gambe levate, perché – nella realtà – i tipi così sono proprio quelli che prima o poi finiscono per ammazzare la propria compagna. Ed è questo che non perdono a questo libro, a prescindere dal suo valore letterario: far passare un messaggio del genere quando oggi, in Italia, viene uccisa una donna ogni due giorni.

In amore sei attiva o passiva, fantasiosa o ti fai guidare? E nella scrittura chi detta le regole, tu o i tuoi personaggi?

R: Nella vita solo molto attiva, mentre in amore tendo un po’ a lasciarmi guidare, anche se talvolta prendo l’iniziativa spiazzando la persona che mi sta accanto con uscite assolutamente imprevedibili. Per me la noia è la tomba dell’amore – e del sesso – e credo bisogni impegnarsi moltissimo ogni giorno affinché non prenda il sopravvento. Nella scrittura mi capita spesso che un personaggio inizialmente concepito in un modo a un tratto sembri quasi “ribellarsi” e voler fare di testa sua: in questi casi lascio che ciò accada, perché per uno scrittore non c’è niente di più soddisfacente dei caratteri a tutto tondo, quei personaggi così riusciti da sembrare persone vere.

Leggi molto e recensisci. Da lettrice qual è il tuo genere preferito e l’autore che ti ha colpita di più? …se ne hai uno.

R: Spazio molto tra i generi, leggo di tutto tranne la fantascienza, che proprio non fa per me. Di certo prediligo i thriller e apprezzo moltissimo i romantic suspanse; tra le mie autrici preferite, sicuramente Tess Gerritsenn e le sue detective Rizzoli & Isles (dai suoi libri è stata tratta l’omonima serie televisiva): sono romanzi fantastici, originali, imprevedibili fino all’ultima pagina… La Gerritsenn è davvero un genio!

Scrivi. Quando, come, dove? Riti propiziatori particolari?

R: Nessun rito, solo fiumi di caffè. Preferisco scrivere di sera o di notte, col buio, il silenzio e la consapevolezza che non ho nulla di impellente da fare; paradossalmente, però, mi riesce molto meglio di mattina, seduta alla più classica delle scrivanie. Da quando vivo a Torino, però, durante le giornate di sole – e se il lavoro me lo permette – ho preso l’abitudine di andare scrivere sulle rive del Po’, in un localino che ho scovato che fa dell’ottimo caffè e possiede anche una libreria “free”, dove chiunque può prendere libri in prestito e leggerli tra una pausa e l’altra del suo lavoro.

Hai pubblicato L’uomo di mia madre con la Lite Editions, com’è stato questo incontro?

R: Fantastico! La Lite è una case editrice giovane, fresca, innovativa: una fucina di idee strabilianti, di iniziative. È gioiosa e aperta come l’argomento trattato nei suoi e-book, il sesso, del tutto priva di tabù! Sono rimasta molto colpita dall’editing fatto al mio testo e dalla copertina… è raro trovare case editrici che pongano tanta cura nei dettagli. E a mio avviso sono proprio i dettagli a fare la differenza.

Come nascono i tuoi racconti?

R: I miei racconti sono frutto di ispirazioni fulminee che afferro e coltivo per giorni prima di decidermi a metterle su carta. Basta poco a ispirarmi: una frase detta in un certo modo, un abbigliamento particolare, un luogo dal sapore esotico oppure un profumo… il resto lo fa la mia fantasia sfrenata, instancabile.

Progetti futuri?

R: Tantissimi! Alcuni non li svelo per scaramanzia, altri li annuncio con piacere. Ho appena firmato il contratto per il mio secondo romanzo, “Il corpo di Sofia”, un noir erotico che uscirà tra qualche mese per Runa Editore. È un romanzo in cui credo molto, che ho scritto in poco tempo, presa da una frenesia che non so spiegarmi. Questa volta sarò in tour per l’Italia con una serie di presentazioni e non vedo l’ora di affrontare questa nuova sfida, sempre in attesa che si avveri il mio sogno più grande, quello cioè di riuscire ad aprire una casa editrice tutta mia… magari un giorno, chissà!

Regalaci un pezzettino del tuo racconto. 

R: “All'inizio, lo confesso, fu solo un modo come un altro per indispettire mia madre. Avevo scoperto il suo punto debole, e non intendevo lasciarla in pace. Mi divertivo a girare per casa in mutandine quando sapevo che Salvatore stava per tornare dal lavoro, e a nulla valevano le sue urla isteriche che nascondevano una rabbia ben diversa, e ben più profonda. Era bastato uno sguardo di sfuggita, e si era resa conto di non essere più l'unica donna in casa. Ce n'era un'altra, più giovane e fresca, con le curve appena abbozzate ma nello sguardo una maliziosa ingenuità che lei non avrebbe posseduto mai più.”

Grazie e, come diciamo nel forum di Writers Magazine Italia, IBAL per tutto!

R: Grazie a voi per il lavoro fantastico che fate e per avermi ospitata!

 


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