Eros, Umberto Saba

Creato il 29 ottobre 2015 da Amalia Temperini @kealia81

Sul breve palcoscenico una donna

fa, dopo il Cine, il suo numero.

Applausi, e scherno credo, ripetuti.

In piedi, del loggione in un canto, un giovinetto,

mezzo spinto all’infuori, coi severi

occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.

È fascino? È disgusto? È l’una e l’altra

cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,

pensa se questo è l’amore. I lustrini

sul gran corpo di lei, col gioco vario

delle luci l’abbagliano. E i severi

occhi riaperti, là più non li volge.

Solo ascolta la musica, leggera

musichetta da trivio, anche a me cara

talvolta, che per lui si è fatta, dentro

l’anima sua popolana ed altera,

una marcia guerriera.

Analisi interpretativa

Archiviato in:Buongiorno, Cultura, Libri, Poesia, riflessione, riflettiamo, studiare, Vita quotiana Tagged: coscienza, coscienza attiva, coscienza critica, eros umberto sabata, interpretazione, interpretazione poesia umberto saba, leggere e riflettere, letteratura, letteratura italiana, poesia, poeta, poeti italiani, resistenza, riflessione, riflessioni, riflettere, riflettiamo, sindrome di edipo, turbamenti, vergogna, vita