De Luca ha parlato dal palco ad un folto pubblico di sostenitori, anzi di concittadini partecipi: «Napoli, questo dialetto, coincide con il mio sistema immunitario. Grazie a questa città a mia madre e alla sua lingua sono diventato invulnerabile. Questa sentenza di assoluzione, dopo due anni di processo, porta le migliaia di firme di chi ha sostenuto la mia posizione e ha voluto salire con me sul banco degli imputati, se fossi stato processato subito, probabilmente sarei stato condannato». Dedicando il suo pensiero a Napoli ha poi aggiunto: «Adopero per questa città un verso che il mio amico poeta Izet Sarajlic rivolgeva alla sua Sarajevo, “Ogni volta che la mia città avrà bisogno di una parola buona, io ci sarò. “Ogni volta che sentirò che qualcuno diffama Napoli, io sarò il suo avvocato difensore!». De Luca ha infine rivolto al sindaco De Magistris le sue parole di ringraziamento: « Io ho ricevuto sostegno, a livello istituzionale, dal Presidente della Repubblica francese, dal ministro della giustizia e dal ministro della cultura francese e dal sindaco di Napoli! Io ringrazio questa amministrazione e aggiungo che alla macchina che vuole sovvertire questa giunta “senza tasche” vadano offerti altri 5 anni del sindaco De Magistris».
Al sindaco di Napoli, che sul palco ha invitato l’opinione pubblica a definirlo “sovversivo se questo vuol dire difendere la Costituzione e la libertà di espressione”, abbiamo chiesto di commentare, con un po’ di ironia, le parole dello stesso Erri De Luca, dal pamphlet “La parola contraria”, in cui l’autore parla del “diritto al malaugurio”, inteso come “un altro tipo di responsabilità della parola”, proprio del suo Sud. La sua risposta è stata: “Non voglio esercitare il mio diritto al malaugurio contro nessuno, basti sapere che, come ho sempre detto, il Diritto non è da considerarsi solo come la regola, l’oppressione, il Diritto è anche da intendersi come un contenitore ed ognuno può riempirlo come vuole.” A buon intenditor.