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Esame di maturità 2013 e “L’infinito viaggiare” di Claudio Magris. L’opinione di una prof.

Creato il 19 giugno 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

445px-Friedenspreis-ffm-2009-magris-012-adi Ivana Vaccaroni. Oggi 19 giugno si è svolta la prima prova dell’esame di maturità, prova che, come tutti sanno, consiste nello svolgimento di un testo che può essere steso  con modalità molto differenti. Le tracce infatti sono addirittura sette e si dividono proprio per le diverse modalità con cui possono essere sviluppate. L’analisi del  testo letterario quest’anno riguardava un brano tratto da “L’infinito viaggiare” di Claudio Magris.

L’autore, triestino di nascita, ha insegnato letteratura tedesca dapprima all’Università di Torino e in seguito a Trieste, dove ho avuto l’onore di averlo come professore.

Non citerò qui i suoi numerosi riconoscimenti più che meritati, ai quali, a mio avviso, manca soltanto il Premio Nobel per la letteratura, premio per cui è stato più volte in lizza, ma cercherò di spiegare perché ritengo eccellente la scelta fatta dal Ministero dell’Istruzione.

Insegno da parecchi anni e spesso i “miei” maturandi mi chiedono, all’avvicinarsi della fatidica scadenza, quali saranno, a mio parere, i probabili titoli del tema.

E da parecchi anni la mia risposta è sempre la stessa: “ Non fate congetture, non ascoltate nessuno e soprattutto chi si dimostra sicuro di conoscere le indiscrezioni più probabili riguardo i vari titoli.

I testi, infatti, vengono preparati molto tempo prima dell’esame e quindi tutto ciò che accade relativamente vicino alla data dell’esame non può essere preso in considerazione.

Consigli a parte, che anche stavolta ho azzeccato, vorrei soffermarmi appunto sulla scelta della prima traccia.

Chi non sarà d’accordo ( e forse sono tanti) dirà che Magris non si studia a scuola, che ai ragazzi è un autore pressoché sconosciuto, che il testo è complesso e parla di luoghi che soltanto a chi abita in quella regione può conoscere … etc … etc!

Ebbene io invece sono entusiasta della scelta per svariati motivi: quello che i ragazzi non sanno, ma non soltanto loro, è che il testo da analizzare DEVE essere pressoché sconosciuto, altrimenti in che cosa consisterebbe il lavoro dello studente? Oltretutto vengono forniti anche commenti“a supporto” cui fare riferimento per comprendere meglio le caratteristiche sia dell’autore che del testo stesso. Quando si propone, ad esempio, una poesia di autore noto si opta per una poco conosciuta proprio perché i ragazzi applichino le regole imparate negli anni e cioè … individuare lo stile, analizzare le figure retoriche, inserire il testo nella poetica dell’autore e capire se tale testo si discosta o è in linea con la corrente di riferimento.

Per legge, poi, si deve proporre  un autore del Novecento ma non è scritto da nessuna parte che non debba essere ancora in vita!

Il brano del prof. Magris è, inoltre, comprensibile e chiaro e tratta un argomento che ai ragazzi appassiona moltissimo: il viaggiare reale ma anche immaginario dove ” Conoscere è, spesso, platonicamente  riconoscere, l’emergere di qualcosa magari ignorato sino a quell’attimo …” Scrittura e viaggio significano sempre separarsi da qualcosa per scoprirne un’altra, allontanarsi da una certezza per scoprire una meta sconosciuta, con una stretta connessione tra le due.

Tale testo è una specie di diario dei vari luoghi frequentati dal Professore e non può essere inserito in una corrente specifica o in una tipologia particolare: per questo lascia agli studenti la più ampia libertà sia per la sua analisi sia per la formulazione delle loro singole esperienze.

Spero sia stato percepito in tal senso e … almeno per una volta … dimostriamoci concordi con tale scelta e affidiamoci agli esperti che si sono dimostrati tali!

Featured image, Claudio Magris, fonte Wikipedia.

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