Domani, venerdì 2 marzo, esce nei cinema italiani l'ultimo film dei fratelli Taviani, vincitore a sorpresa un paio di settimana fa dell'Orso d'oro al festival di Berlino, dove una pellicola italiana non si imponeva dall'ormai lontano 1991 quando Marco Ferreri vinse il premio più importante con La casa del sorriso.Cesare deve morire sarà distribuito in 40 copie dalla Sacher di Nanni Moretti dopo essere stato rifiutato da numerosi distributori, poco inclini a investire su un docu-film che raccontasse la vita e l'esperienza di una serie di carcerati di Rebibbia attraverso una particolare rivisitazione del Giulio Cesare di Shakespeare. Amaro a tal proposito è stato il commento dello stesso Moretti che, dopo il prestigioso riconoscimento berlinese, ha affermato che questa vittoria non era certo da considerasi un'affermazione del cinema italiano ma più propriamente una vittoria dei soli fratelli Taviani. E ciò non può far altro che portarci nuovamente a riflettere sulle enormi difficoltà cui va incontro in Italia quel tipo di cinema che sulla carta si presenta come poco commercializzabile (per ironia della sorte poi, dopo il successo di critica ottenuto al festival, il film è stato venduto in ben 24 paesi stranieri, tra cui anche Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Spagna).
Esce domani al cinema "Cesare deve morire" dei fratelli Taviani: il trailer originale
Creato il 01 marzo 2012 da Luca OttocentoDomani, venerdì 2 marzo, esce nei cinema italiani l'ultimo film dei fratelli Taviani, vincitore a sorpresa un paio di settimana fa dell'Orso d'oro al festival di Berlino, dove una pellicola italiana non si imponeva dall'ormai lontano 1991 quando Marco Ferreri vinse il premio più importante con La casa del sorriso.Cesare deve morire sarà distribuito in 40 copie dalla Sacher di Nanni Moretti dopo essere stato rifiutato da numerosi distributori, poco inclini a investire su un docu-film che raccontasse la vita e l'esperienza di una serie di carcerati di Rebibbia attraverso una particolare rivisitazione del Giulio Cesare di Shakespeare. Amaro a tal proposito è stato il commento dello stesso Moretti che, dopo il prestigioso riconoscimento berlinese, ha affermato che questa vittoria non era certo da considerasi un'affermazione del cinema italiano ma più propriamente una vittoria dei soli fratelli Taviani. E ciò non può far altro che portarci nuovamente a riflettere sulle enormi difficoltà cui va incontro in Italia quel tipo di cinema che sulla carta si presenta come poco commercializzabile (per ironia della sorte poi, dopo il successo di critica ottenuto al festival, il film è stato venduto in ben 24 paesi stranieri, tra cui anche Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Spagna).
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