“Scena2”, la seconda scena, le note di regia, i dialoghi, la rigida costruzione della rappresentazione. Di un film. Quale? La vita. La mia, la tua di te che leggi, la nostra di società sempre più mediatica. Il potere subliminale e invisibile della comunicazione, che si può manifestare attraverso l’educazione, l’intrattenimento, o il controllo.
Una gabbia stringente, dentro la quale si muove una bestia sonora: i Nevroshockingiochi.
La band maceratese, al secondo disco, raccoglie dieci tracce che si conficcano come una lama nella carne psichica del nostro tempo.
Perché il controllo (e il malessere) è delle menti, e ad esso si può reagire solamente con un disco politico e antiretorico come questo, che nelle liriche riprende la lezione rivoluzionaria delle avanguardie italiane (il Gruppo 63 di Sanguineti e Arbasino su tutti) e le innesta in canzoni brevilinee, dotate di una teatralità mai sopra le righe, dalle ritmiche compulsive e ficcanti, che creano situazioni di straniamento in linea con due grandi visionari come Franz Kafka e David Lynch.
Per etichette potremmo parlare di noise rock, hardcore, industrial. Per riferimenti di Jesus Lizard, Einstürzende Neubauten e del Mike Patton più impervio.
Per parole chiave di destrutturazione. Ma quel che rimane sono soprattutto dieci canzoni che impattano le menti e i corpi, dove i dettagli sonori (le chitarre elettriche, l‘elettronica) esplodono come schegge di un universo sonico in espansione materica.
Garantisce il tutto un marchio di qualità come quello di Fabio Magistrali, che coproduce il disco insieme alla band e partecipa alle tracce come rumorista. Nonché la collaborazione di ben dieci etichette discografiche (Onlyfuckingnoise, Il Verso del cinghiale, Charity Press, Canalese Noise, Eclectic Polpo, Hysm?, Neon Paralleli, Fabrizio Testa Produzioni, Narvalo Suoni, V4V-Word). Un forte segno di fiducia di questi tempi, per una band totalmente inedita nel panorama musicale italiano.
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