Faccio film soprattutto per ricreare, per restituire alla vita quel che è stato perso. Filmare, per me, è rifare, rivivere, riguardare, far vedere. Ho realizzato film autobiografici e mi sono esercitato nel far “risorgere” romanzi, notizie, fatti storici...
A questa seconda categoria di opere deve quindi appartenere il film sulla sorella maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, Maria Anna Walburga Ignatia detta “Nannerl”, che è anche la protagonista del mio primo romanzo. Forse non tutti sanno che anche lei era un genio musicale. Fin da bambina suonava il cembalo in modo straordinario, aveva la capacità di trascrivere a memoria qualunque musica ascoltasse, e da alcune lettere di Mozart risulta che anche lei si cimentasse nella composizione. (Vedi questo articolo). Però, la si ricorda poco e solo come sorella di Amadeus, il che dà da pensare.
Punti di vista
Féret mi ha detto di non aver voluto leggere il mio La sorella di Mozart (uscito anche in francese) prima di scrivere la sua sceneggiatura, perché non voleva esserne influenzato. Confesso che questa affermazione mi ha colpita. Tempo fa ho letto qualcosa di simile nella postfazione a Stabat Mater di Tiziano Scarpa: il vincitore dello Strega vi fa un elenco di libri che trattano una vicenda assimilabile alla sua, chiarendo di averli letti solo dopo averla scritta. Posso sbagliare, ma a me sembra che acquisire informazioni su punti di vista diversi induca soprattutto a definire meglio il proprio. Non credo molto nella misteriosa e inconsapevole emersione di influenze esterne; credo piuttosto che rubare sia lecito. L’illecito è copiare. Paolo Rossi di recente ha dichiarato che questa è una delle grandi lezioni che ha appreso da Dario Fo.
L’adolescenza di Nannerl Mozart
Nella realtà, in quel periodo della vita di Nannerl deve essersi evidenziata la disparità di trattamento tra lei e il fratello minore, che gradualmente compromise il loro rapporto fino a interromperlo del tutto. Finché erano una coppia di bambini prodigio, avevano gli stessi diritti e doveri; quando lei divenne una signorina, non era più spendibile come fenomeno (e ovviamente non avrebbe mai potuto comporre). Wolfgang, invece, restava fenomenale. Era bassino e sembrava più piccolo della sua età. E componeva come un fiume, già in modo mirabile: bisognava investire solo ed esclusivamente su di lui.
Il mio romanzo uscirà in edizione tascabile tra alcuni mesi. La versione con copertina rigida e sopraccoperta si trova nei remainders, anche su Internet (Ibs, Bol, libreriauniversitaria.it, unilibro, Libraccio.it). Per il film di René Féret, speriamo nei distributori italiani; altrimenti, dovremo ordinare il DVD.
Foto di scena di Sylvain Bonniol.