Esci da questo corpo! Il Bancarella spiegato ai librai del... Bancarella.

Da Cronachedallalibreria @MarinoBuzzi
Cari colleghi e care colleghe del Premio Bancarella, senza voler alzare polveroni e senza polemiche vi chiedo, in modo pacato e sereno, come siamo passati da Enzo Biagi a Bruno Vespa? Da Ernest Hemingway a Anna Premoli? Cosa vi è successo? Quali sono i criteri di scelta? La vendibilità del testo? Gli incassi? La pubblicità? Le fascette sul libro? Voglio dire, passi per me che sono un libraio di catena e che dovrei, in teoria, seguire le direttive che arrivano dall'alto e spingere solo i testi che vengono considerati “alto vendenti” ma voi, che mi sembrate tutti librai indipendenti e brava gente (non come noi librai di catena), in base a quale inconcepibile precetto decidete di dare il premio Bancarella a un libro che, sarà pure piacevole e leggero, ma, alla fine, non solo non entrerà a far parte della storia della letteratura ma è pure scritto male? È forse un tentativo di far avvicinare i giovani alla lettura? Di renderla più In e meno Out? Un tentativo disperato di “svecchiare” i libri? O, davvero, l'unico elemento che viene preso in considerazione è quanto ha incassato il libro? Perché se un premio importante come il Bancarella, un premio che dovrebbe, in teoria, rappresentare la cultura italiana e il buon lavoro dei librai e delle libraie, fonda le proprie basi sullo scontrino medio... allora è davvero la fine per tutti noi! E poi, diciamocelo, fra i libri che vendono tanto ce ne sono alcuni davvero molto belli! Perché non premiare quelli? Io preferisco pensare che sia successo qualcosa di molto diverso. Tipo che siete stati rapiti tutti dagli alieni sulla navicella Newton & Compton oppure che siete stati impossessati dallo spirito di uno scrittore frustrato (no, non è il mio!). Facciamo così, al prossimo Bancarella io mi presento con un esorcista. Non si sa mai....

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