Esclusiva intervista del 1987 al fisico statunitense David Bohm, pubblicata su Omni

Creato il 17 gennaio 2013 da Alessiamocci

Nel 1950 David Bohm scrisse quello che molti fisici considerano un libro modello sulla meccanica quantistica. Ironicamente, non ha mai accettato questa teoria della fisica.

Nella storia della scienza è un fenomeno, un membro di quel piccolo gruppo di fisici che include Albert Einstein, Eugene Wigner, Erwin Schrödinger, Alfred Lande, Paul Dirac, e John Wheeler, che hanno espresso forti dubbi che una teoria fondata sull’indeterminismo e il caso possa darci una vera visione dell’universo attorno a noi.

La generazione di fisici odierna, impressionata dai grandi successi della fisica quantistica, dalle armi nucleari ai laser, sono di mentalità diversa. Sono occupati ad applicare la meccanica quantistica in aree mai immaginate dai suoi creatori. Stephen Hawking, per esempio, l’ha usata per descrivere la creazione di particelle elementari dai buchi neri e per ipotizzare che l’universo sia esploso in esistenza con un evento quanto-meccanico.

Opponendosi a questa ondata di fisica moderna per oltre 30 anni, Bohm è stato più che una mosca. Le sue obiezioni sulle base della meccanica quantistica si sono raccolte gradualmente in una estensione della teoria, tanto bene da produrre una nuova visione della realtà. Credendo che la vera natura delle cose non sia riducibile a frammenti o particelle, sostiene una visione olostica dell’universo.

Richiede a noi di apprendere l’unità di materia e vita, un dominio coerente, che lui chiama ordine implicato. Molti altri fisici scartano la logica di Bohm senza nemmeno considerarla. Parte della difficoltà è che l’ordine implicato è ricco di paradossi. Altro problema è la gamma delle sue idee, che comprendono soggetti non fisici come la coscienza, la società, la verità, il linguaggio e il processo della teoria scientifica che produce sè stessa.

Figlio di un commerciante di mobili, Bohm è nato a Wilkes-Barre, Pennsylvania, nel 1917. Ha studiato fisica all’Università della California con J. Robert Oppenheimer. Non volendo testimoniare contro il suo ex insegnante e altri amici durante le udienze di McCarthy, Bohm lasciò gli Stati Uniti e prese posto all’Università di San Paolo, in Brasile. Da lì si spostò in Israele, quindi Inghilterra, dove infine divenne professore di fisica al Birkbeck College di Londra. Bohm è forse più conosciuto per il suo primo lavoro sulle interazioni degli elettroni nei metalli.

Mostrò che il loro movimento casuale e individuale, nascondeva un comportamento molto organizzato e cooperativo detto oscillazione del plasma. Questo ordine sottostante l’apparente caos è stato fondamentale nello sviluppo di Bohm. Nel 1959 Bohm, lavorando con Yakir Ahronov, mostrò che un campo magnetico altera il comportamento degli elettroni senza toccarli: se due fasci di elettroni venivano fatti passare ai lati di uno spazio contenente un campo magnetico, il campo avrebbe fatto ritardare le onde di un fascio anche se non penetrava lo spazio e toccava realmente gli elettroni. Questo “effetto AB” è stato verificato anni dopo.

Durante gli anni cinquanta e sessanta, Bohm espanse la sua visione nell’esistenza di variabili nascoste che controllano gli eventi quantistici apparentemente casuali e da questo punto, le sue idee si divisero sempre più dalla fisica moderna. I suoi libri Causality and Chance in Modern Physics e Wholeness and the Implicate Order, pubblicati nel 1957 e 1980, rispettivamente, espongono la sua nuova teoria in dettaglio. Negli anni sessanta Bohm incontrò il filosofo indiano Jiddu Krishnamurti e i loro dialoghi pubblicati come libro, The Ending of Time, hanno aiutato il fisico a chiarire le sue idee sulla completezza e l’ordine.

Recentemente ritiratosi dal Birkbeck College, Bohm cerca di sviluppare una versione matematica di questa ipotesi dell’ordine implicato, un tipo di teoria precisa, verificabile che altri teorici prenderanno seriamente. Non è cosa semplice, dato che l’universo di Bohm è un luogo strano, mistico, in cui passato, presente e futuro coesistono. Gli oggetti nel suo universo, persino le particelle subatomiche, sono secondari; è un processo di movimento, dispiegamento e ripiegamento continuo di una unità fondamentale. Per verificare la teoria della relatività generale, Einstein predisse che la gravità del sole avrebbe curvato le onde di luce delle stelle distanti; aveva ragione. Fino ad ora Bohm non ha trovato un aspetto sperimentale che possa supportare le sue idee allo stesso modo.

Nonostante si sia ripreso da poco da un serio intervento cardiaco, Bohm continua a fare viaggi frequenti in Europa e Stati Uniti, dove fa discorsi, parla ai colleghi ed incoraggia gli studenti. Le sue idee sono state recepite con entusiasmo da filosofi, neuroscienziati, teologi, poeti e artisti. Bohm è stato intervistato da John Briggs e F.David Peat, autori di Looking Glass Universe, in due giornate nei pressi dell’Amherst College nel Massachusetts, dove Bohm è stato coinvolto in alcuni incontri col Dalai Lama. Ulteriori commenti vengono da una intervista precedente in Inghilterra, fatta dallo scrittore Llee Heflin.

Omni: Ricordi la prima volta che hai provato il senso di completezza che ora esprimi come ordine implicato?

David Bohm: Quando ero un ragazzo, una certa preghiera che recitavamo ogni giorno in ebraico, contenevano parole che dicevano di amare Dio con tutto il cuore e l’anima e la mente. Per me queste parole descrivevano la nozione di completezza, non necessariamente verso Dio, ma come modo di vivere e hanno avuto un grande impatto su di me. Ho percepito molto presto che la natura fosse una cosa sola. Mi sentivo in relazione interiore con gli alberi, le montagne e le stelle in modo diverso che dal caos delle città. Quando ho iniziato a studiare la meccanica quantistica ho avuto ancora una sensazione di relazione, sentivo di descrivere qualcosa che sperimentavo direttamente, piuttosto che qualcosa a cui pensavo solamente. La nozione dello spin mi affascinava in particolare: l’idea che quando una cosa ruota in una certa direzione, può anche ruotare nell’altra direzione, ma in qualche modo le due direzioni assieme sarebbero una rotazione in una terza direzione. Sentivo che questo descrivesse l’esperienza con i processi della mente. Pensare allo spin mi faceva sentire in relazione diretta con la natura. Nella meccanica quantistica mi sono avvicinato al mio senso intuitivo della natura.



Omni: Tuttavia hai detto che la meccanica quantistica non fornisce una immagine chiara della natura. Cosa intendi?

David Bohm: Il problema principale è che la meccanica quantistica ci da solo la probabilità del risultato di un esperimento. Nè il decadimento di un nucleo atomico o il fatto che decada in un momento e non in un altro, può essere descritto appropriatamente nella teoria. Essa può solo permetterti di predire statisticamente i risultati di vari esperimenti. La fisica è cambiata dalla sua forma originale, quando cercava di spiegare le cose e darne una immagine fisica. Ora la matematica è ritenuta l’essenza. Si pensa che la verità siano le formule. Ora possono trovare un algoritmo col quale sperano di spiegare un’ampia gamma di risultati sperimentali, ma conterrà ancora delle lacune. Sperano di poter infine spiegare tutti i risultati ottenibili, ma è solo una speranza.

Omni: Quando i fondatori della meccanica quantistica hanno ricevuto il tuo libro Quantum Theory?

David Bohm: Negli anni cinquanta, quando l’ho inviato a vari fisici, inclusi Niels Bohr, Einstein e Wolfgang Pauli, Bohr non rispose, ma a Pauli è piaciuto. Einstein mi inviò un messaggio per dirmi che voleva parlarmi. Quando ci siamo incontrati, mi ha detto che il libro fa il massimo possibile con la meccanica quantistica, però non era ancora convinto che fosse una teoria soddisfacente. La sua obiezione non era solamente che fosse statistica. Einstein la percepiva come un’astrazione; la meccanica quantistica fornisce risultati corretti, ma lascia molto al di fuori che l’avrebbe resa intelligibile. Io ho prodotto l’interpretazione causale (per cui l’elettrone è una particella, ma ha un campo attorno. La particella non è mai separata da questo campo e il campo influenza il movimento della particella in un certo modo. Ad Einstein non piaceva, perchè l’interpretazione conteneva la nozione di azione a distanza: le cose molto lontane tra loro si influenzano profondamente. Lui credeva solo nell’azione locale. Non sono arrivato a questo ordine implicato fino agli anni sessanta, quando mi sono interessato nella nozione di ordine. Ho realizzato che il problema è che le coordinate sono ancora l’ordine basilare in fisica, mentre tutto il resto è cambiato.


Omni: Il tuo concetto chiave è qualcosa che chiami ripiegamento. Puoi spiegarcelo?

David Bohm: Tutti hanno visto una immagine del ripiegamento: pieghi un foglio di carta, lo trasformi in un piccolo pacchetto, fai dei tagli su di esso e quindi lo distendi in uno schema. Le parti tagliate che erano vicine, ora si allontanano molto. Questo è simile ad un ologramma. Il ripiegamento è davvero molto comune nella nostra esperienza. Tutta la luce in questa stanza entra in modo che l’intera stanza sia in effetti ripiegata in ogni parte. Se i tuoi occhi osservano, la luce sarà dispiegata dai tuoi occhi e dal tuo cervello. Quando guardi attraverso un telescopio o una fotocamera, l’intero universo dello spazio e del tempo è ripiegato in ogni parte e viene dispiegato per gli occhi. Con una vecchia televisione non ben regolata, l’immagine si ripiega nello schermo e la si può dispiegare regolando.



Omni: Parlavi di coordinate e ordine un momento fa. Come si legano con il ripiegamento? Intendi coordinate come su una griglia?

David Bohm: Sì, ma non necessariamente linee rette. Sono distanti dalla mappatura dello spazio e del tempo. Dato che lo spazio-tempo può essere curvo, anche le linee possono essere curve. E’ divenuto chiaro che ogni nozione generale del mondo contiene una idea specifica di ordine. Gli antichi Greci pensavano ad una perfezione crescente dalla terra ai cieli. La fisica moderna contiene l’idea di posizioni successive di corpi materiali e di forze limitanti che agiscono su questi corpi. L’ordine della perfezione indagata dagli antichi Greci ora è considerata irrilevante. Il cambiamento più radicale nella nozione di ordine dai tempi di Isaac Newton è arrivato con la meccanica quantistica. L’idea quanto-meccanica di ordine contraddice l’ordine coordinato, perché l’indeterminazione di Heisenberg ha reso impossibile l’ordine dettagliato di spazio e tempo. Quando applichi la teoria quantistica alla relatività generale, a distanze molto brevi come 10^-33 cm., la nozione di ordine dello spazio e del tempo si spezza.


Omni: Puoi sostituire questo con un altro senso di ordine?

David Bohm: Prima devi chiedere cosa intendiamo per ordine. Tutti ne hanno una nozione tacita, ma l’ordine è impossibile da definire. Può essere però illustrato. In una fotografia ogni parte di un oggetto è descritta in un punto. Questa corrispondenza punto-punto enfatizza che la nozione di punto è fondamentale nel senso di ordine. Le fotocamere ora fotografano cose troppo grandi o piccole, troppo veloci o lente da osservare ad occhio nudo. Questo ha rinforzato la nostra convinzione che tutto possa infine essere visto in questo modo.

Omni: Non sono queste le contraddizioni nella meccanica quantistica, di cui parli?

David Bohm: Sì. La fisica è più come un organismo quantistico, che come una meccanica quantistica. Io penso che i fisici fatichino tremendamente ad ammetterlo. Esiste una lunga storia di fede nella meccanica quantistica e le persone hanno fede in essa. A loro non piace mettere in discussione questa fede.


Omni: Allora la nostra immagine sono le lenti, l’apparato che suggerisce il punto. Il punto a sua volta suggerisce elettroni e particelle.

David Bohm: E la traccia delle particelle sulla foto. Ora, quale strumento illustrerebbe l’interezza? Forse l’olografia. Onde dall’intero oggetto arrivano in ogni parte dell’ologramma. Questo rende l’ologramma un tipo di conoscenza dell’intero oggetto. Se lo esamini con un fascio laser molto coerente, è come se osservassi attraverso una finestra larga quanto il fascio laser. Se espandi il fascio, è come se osservassi attraverso una finestra più ampia che permette di vedere più precisamente l’oggetto e da più angolazioni. Stai però sempre ottenendo informazione dall’intero oggetto, non importa quanto poco o molto di esso prendi. Mettiamo da parte l’ologramma, perché questo è solo un registro statico. Tornando alla reale situazione, abbiamo uno schema dinamico di onde che vengono da un oggetto e interferisce con l’onda originaria. Entro questo schema di movimento, molti oggetti sono ripiegati in ogni regione di spazio e tempo. La fisica classica dice che la realtà è fatta di piccole particelle che separano il mondo nei suoi elementi indipendenti. Ora propongo il contrario, che la realtà fondamentale sia il ripiegamento e il dispiegamento e queste particelle siano astrazioni derivanti. Potremmo descrivere l’elettrone non come particella esistente continuamente, ma come qualcosa che viene e va e torna. Se queste varie condensazioni sono ravvicinate, approssimano una traccia. L’elettrone stesso non può essere separato dall’intero dello spazio, che è la sua base. Nel periodo in cui pensavo a queste domande, un programma di scienza alla BBC ha mostrato un dispositivo che illustra bene queste cose. Consiste in due cilindri di vetro concentrici. Tra essi si trova un fluido viscoso, come la glicerina. Se una goccia di inchiostro insolubile viene messa nella glicerina e il cilindro esterno viene ruotato lentamente, la goccia di tinta sarà stirata in una scia. Infine la scia diviene così diffusa da non poter essere vista. In quel momento sembra non esserci ordine presente. Tuttavia, se ruoti al contrario lentamente il cilindro, la glicerina torna alla sua forma originaria e improvvisamente la goccia di inchiostro torna visibile. L’inchiostro si era ripiegato nella glicerina e si è dispiegato ancora con la rotazione inversa.


Omni: Supponi di mettere una goccia di inchiostro nel cilindro e di ruotarlo alcune volte, quindi metti un’altra goccia nello stesso punto e ruoti. Quando ruoti al contrario il cilindro, non ottieni una specie di oscillazione?

David Bohm: Sì, ottieni un movimento verso l’interno e poi verso l’esterno. Possiamo inserire una goccia di tinta e ruotarlo, quindi mettere un’altra goccia in un punto leggermente diverso e così via. La prima e la seconda goccia vengono ripiegate diverse volte. Se continuiamo e quindi riportiamo indietro il cilindro, le goccie appaiono e scompaiono continuamente. Quindi sembrerebbe come se una particella stesse attraversando lo spazio, ma in effetti è coinvolto sempre l’intero sistema. Possiamo discutere il movimento di tutta la materia in questi termini di ripiegamento e dispiegamento, che io chiamo olomovimento.


Omni: Cosa pensi sia l’ordine dell’olomovimento?

David Bohm: Può trovarsi fuori dal tempo come normalmente lo consideriamo. Se l’universo è iniziato col Big Bang ed esistono buchi neri, allora dobbiamo infine raggiungere luoghi dove la nozione di tempo e spazio si annulla. Tutto potrebbe accadere. Come vari cosmologi hanno suggerito, se un buco nero producesse un segnale luminoso “COCA COLA”, non dovrebbe sorprenderci. Entro la singolarità non si applicano le leggi che conosciamo. Non esistono particelle; sono tutte disintegrate. Non esiste spazio e non esiste tempo. Qualsiasi cosa sia, va oltre ogni concetto che abbiamo al presente. La fisica presente implica che la totale base concettuale della fisica debba essere ritenuta inadeguata. La grande unificazione (delle quattro forze dell’universo), potrebbe essere non altro che una astrazione davanti a qualche ulteriore sconosciuto. Io propongo qualcosa del genere: immaginate un mare di energia infinito che riempie lo spazio vuoto, con onde che si muovono in esso, che si riuniscono occasionalmente e producono una pulsazione intensa. Diciamo che un impulso particolare si raccoglie ed espande, creando il nostro universo di spazio-tempo e materia. Potrebbero avvenire altri di questi impulsi. Per noi, questo impulso appare come un big bang; in un contesto più ampio, è una piccola onda. Tutto emerge dal dispiegamento nell’olomovimento, quindi si ripiega nell’ordine implicato. Chiamo il processo di ripiegamento “implicando” e quello di dispiegamento “esplicando”. L’implicato e l’esplicato sono una sola cosa fluente e indivisa. Ogni parte dell’universo è in relazione all’altra, ma a gradi differenti. Ci sono due esperienze: uno è il movimento in relazione ad altre cose; l’altro è il senso di flusso. Il movimento del significato è il senso di flusso. Persino nel movimento attraverso lo spazio, esiste un movimento di significato. In una immagine in movimento, con 24 fotogrammi al secondo, un fotogramma segue l’altro, muovendosi dall’occhio al nervo ottico, nel cervello. L’esperienza di molti fotogrammi assieme ci da il senso di flusso. Questa è diretta esperienza dell’ordine implicato. Nella meccanica classica, il movimento o la velocità sono definiti come relazione tra la posizione attuale e quella di poco tempo fa. Ciò che era poco tempo fa è andato, quindi colleghi ciò che è con ciò che non è. Questo non è un concetto logico. Nell’ordine implicato metti in relazione diversi fotogrammi che sono presenti assieme nella coscienza. Metti in relazione ciò che è con ciò che è. Un momento contiene flusso o movimento. Il momento può essere lungo o breve, come si misura nel tempo. Nella coscienza un momento è circa un decimo di secondo. I momenti elettronici sono più brevi, ma un momento di storia può essere un secolo.


Omni:
Quindi un momento ripiega tutto il passato?

David Bohm: Sì, ma il passato recente è ripiegato più fortemente. In ogni dato momento sentiamo la presenza di tutto il passato e anche il futuro anticipato. E’ tutto presente e attivo. Potrei usare ancora l’esempio del cilindro. Diciamo che ripieghiamo una goccia n volte. Quindi mettiamo altra goccia e la ripieghiamo n volte. La relazione tra le goccie resta la stessa indifferentemente da quanto siano ripiegate. Quando le dispieghi, ottieni la relazione originale. Immagina se prendiamo quattro o cinque goccie, tutte molto ripiegate, la relazione tra loro è ancora lì in modo molto sottile, anche se non è nello spazio e nel tempo. Chiaramente però può essere trasformata in spazio e tempo ruotando il cilindro. La miglior metafora parlerebbe di memoria. Ricordiamo molti eventi, tutti presenti assieme. La loro sucessione è in questa memoria momentanea: non dobbiamo scorrerli tutti per riprodurre la sucessione temporale. Abbiamo già la sucessione.


Omni: Ed un senso di movimento, quindi rimpiazzi il tempo col movimento?

David Bohm: Sì, nel senso di movimento della sinfonia, piuttosto che movimento dell’orchestra sul bus, diciamo, nello spazio fisico.


Omni: Cosa pensi che questo dica sulla coscienza?

David Bohm: Molta della nostra esperienza suggerisce che l’ordine implicato sia naturale per comprendere la coscienza: quando parli a qualcuno, la tua intenzione di parlare ripiega moltissime parole. Non le scegli una per una. Ci sono tutti gli esempi possibili di ordine implicato nella nostra esperienza della coscienza. Ogni singola parola ha dietro di sè una ampia gamma di significati ripiegati nel pensiero. La coscienza è dispiegata in ogni individuo. Chiaramente, è condivisa tra persone che guardano un soggetto e verificano che sia lo stesso. Quindi ogni alto livello di coscienza è un processo sociale. Può esserci qualche livello di percezione sensomotoria puramente individuale, ma ogni livello astratto dipende dal linguaggio, che è sociale. La parola, che è esterna, evoca il significato, che sta dentro ogni persona. Il significato è il ponte tra la coscienza e la materia. Ogni dato gruppo di materia ha un significato per ogni particolare mente. L’altro lato di questo, è la relazione in cui il significato è immediatamente effettivo nella materia. Supponiamo che tu veda un’ombra in una notte buia. Se significa “assalitore”, la tua adrenalina fluisce, il tuo cuore batte più rapidamente, si alza la pressione sanguigna e si tendono i muscoli. Il corpo e tutti i tuoi pensieri vengono influenzati; tutto di te cambia. Se vedi che è solo un’ombra, avviene un altro cambiamento improvviso. Questo è un esempio dell’ordine implicato: il significato ripiega l’intero mondo in me e viceversa, il significato è dispiegato tramite azione, attraverso il mio corpo e quindi attraverso il mondo. La parola ormone significa “messaggero”, ovvero, una sostanza che trasporta qualche significato. I neurotrasmettitori trasportano significato e questo significato influenza profondamente il sistema immunitario. Questa comprensione potrebbe essere l’inizio di una diversa attitudine verso la mente e la vita.


Omni: Cartesio riuniva la mente e la realtà esterna a Dio. Tu mantieni i due con significato.

David Bohm: Io dico che il significato è essere! Quindi ogni trasformazione della società deve risultare in un cambiamento profondo di significato. Ogni cambiamento di significato per l’individuo cambierebbe il tutto, perché tutti gli individui sono così simili che può essere comunicato.

Omni: Cosa pensi che convincerebbe la prossima generazione di fisici, che sembrano molto scettici, che l’ordine implicato sia degno di indagine?

David Bohm: La cosa più convincente sarebbe sviluppare la teoria matematicamente e fare qualche predizione. Pochi anni fa il The New York Times fece notare che alcuni fisici erano critici della grande teoria dell’unificazione, dicendo che non si era raggiunto molto. I difensori della grande unificazione dissero che sarebbero serviti circa venti anni per i risultati. Sembra che le persone siano pronte ad attendere venti anni per i risultati se hai le formule. Se non ci sono formule, non vogliono considerarlo. Le formule sono mezzi per parlare di cose insensate finché non capisci cosa significhino. Ogni pagina di formule solitamente contiene sei o sette assunti arbitrari che richiedono settimane di studio duro per essere penetrati. I giovani fisici solitamente apprezzano l’ordine implicato, perché rende più facile da capire la meccanica quantistica. Quando arrivano alla fine del percorso scolastico, divengono dubbiosi, perché sentono dire che le variabili nascoste non abbiano un utilizzo, perché sono state rifiutate. Chiaramente, nessuno le ha davvero rifiutate. A questo punto, penso che il problema maggiore sia la matematica. Nella teoria della supersimmetria, un pezzo di matematica interessante attrarrà attenzione, anche senza conferma sperimentale.


Omni: Se gli scienziati accettassero la tua teoria, questo cambierebbe il significato della natura per loro? Cambierebbe il significato della scienza in generale?

David Bohm: Siamo divenuti una società scientifica. Questa società ha prodotto ogni sorta di scoperta e tecnologia, ma se porta alla distruzione, tramite la guerra o la devastazione delle risorse naturali, allora sarà stata la società di minor successo mai esistita. Siamo minacciati da questo pericolo ora. Dove andiamo dipende dai programmi di quattromilacinquecento milioni di persone, tutte in qualche modo diverse, molte opposte l’una verso l’altra. Ogni momento questi programmi cambiano. Chi può dire dove ci porteranno? Tutto quello che possiamo fare è dare inizio ad un movimento tra quei pochi interessati a modificare il significato.


Omni: Hai suggerito che sarebbe possibile sviluppare “menti di gruppo”. Potrebbero servire come percorso potenziale per questo cambiamento di significato?

David Bohm: Potrebbero: Se non stabiliamo questi confini assoluti tra le menti, allora penso sia possibile che possano unirsi in una mente. Se ci fosse una comprensione genuina e una percezione dell’interezza in questa mente di gruppo, sarebbe sufficiente a cambiare le cose, anche se con l’incremento della spinta nelle circostanze esterne diviene più difficile. Questo è importante, specialmente se avviene una catastrofe, in modo che la nozione di menti di gruppo possa rimanere nelle coscienze dei sopravvissuti.


Omni: Tutto questo sembra implicare un cambiamento radicale nel concetto di essere umano.

David Bohm: Sì. La nozione di identità permanente andrebbe messa da parte. Questo sarebbe terrificante all’inzio. La mente presente, identificata com’è con la personalità, reagirebbe per proteggere il senso di “sè” personale contro tale terrore.


Omni: Questo sembra combaciare bene con i tuoi pensieri sulla morte.

David Bohm: La morte deve essere connessa con domande sul tempo e l’identità. Quando muori, tutto ciò da cui dipende la tua identità se ne va. Tutte le cose nella tua memoria andranno. La tua intera definizione di ciò che sei se ne andrà. L’intera sensazione di essere separato da tutto se ne andrà, perchè è parte della tua identità. Il tuo senso del tempo deve andarsene. Esiste qualcosa oltre la morte? Questa è la domanda che tutti sempre si chiedono. Non ha senso dire che qualcosa prosegue nel tempo. Piuttosto direi che tutto affonda nell’ordine implicato, dove non c’è tempo. Supponiamo che proprio ora, che sono vivo, stia avvenendo la stessa cosa. L’ordine implicato si rivela a me ogni momento. Il “me” passato è andato.


Omni: Il tu passato, quindi, è stato rispedito nell’ordine implicato.

David Bohm: Corretto. Tutto ciò che so di “me” è nel passato. Il “me” presente è lo sconosciuto. Diciamo che esiste un solo ordine implicato, solo un presente. Questo si proietta come una serie di momenti. Infine, tutti i momenti sono in realtà uno solo. Quindi ora è l’eternità. In un certo senso, tutto, incluso me, sta morendo ogni momento nell’eternità e rinasce, quindi tutto ciò che avviene alla morte è che da un certo momento, certe caratteristiche non rinasceranno. Però tutto il nostro processo di pensiero ci porta a confrontarci a questo con grande paura, in un tentativo di preservare l’identità. Uno dei miei interessi a questo stadio della vita è guardare questa paura.

Written by F. David Peat e John Briggs

Fonte

Altrogiornale


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