IPNO, dio del sonno. Conosci tu il popolo italiano? Il mio servo…
BERLUSCONI. Davvero! Egli vi serve in uno strano modo. Il bere e il mangiare di quei pazzi non sono della terra; e il tumulto della loro mente li incalza fuor della loro frenesia. Vi prego, datemi licenza di condurlo pian piano per le mie vie.
IPNO. Ancora? Ma va bene, quanto egli ha da vivere sopra la terra tanto è concesso a te di fare tue prove. Che il popolo svia finché va pellegrino.
BERLUSCONI. Ve ne so grato, ma io mi diletto delle guance lucenti e pienotte, nel fatto di cadaveri io invece non sono in casa mia….
IPNO. Or via, ti è lasciato fare. Rimovi quel popolo d’alta sua origine, e se ti riesce di avvilupparlo, volgilo in giù teco per le tue vie. E rimanti vergognato quando tu abbi pure a riconoscere che il popolo da bene, ancorché paja starsi perplesso, è pur sempre consapevole del buon cammino.
BERLUSCONI. Egregiamente! Non ho un timore al mondo di perdere questa gara; ma se riesco al mio intento, vogliatemi concedere che ne meni trionfo di gran cuore. Polvere egli dovrà mangiare e con gusto, come il famoso mio avolo il serpente.
IPNO. Di più: tu puoi liberamente apparire nel mondo; ch’io non ebbi mai in odio i simili a te. Di tutti gli spiriti che negano, quegli che mi dà minor noja è il beffardo. Quel popolo agevolmente s’inchina a sonnolenza, e vorrebbe di certo conseguire un perfetto riposo; perciò io gli metto volentieri a’ fianchi uno istigatore che lo solleciti, e lo cacci innanzi e lo tenga in faccende con quella instancabilità che è propria de’ demoni….
BERLUSCONI (finalmente solo, si fruga alacramente nelle tasche e poi ne tira fuori il cellulare). Pronto! Bruno? Sei tu?
Serie “Ma come si fa?”
Featured image, Ipno e Berlusc… pardon, il dottor Faust e Mefistofele, in un disegno di Tony Johannot.