Per dedicarmi alla Biblioterapia ho bisogno di studiare, inventare, diffondere. Ho bisogno di continuare a studiare le diverse applicazioni della Biblioterapia, le tecniche affini, ogni modo in cui la letteratura diviene strumento di autoanalisi e di crescita.
Ho bisogno di inventare nuove forme di Biblioterapia che siano applicabili ai contesti italiani e adatte ai testi disponibili nella nostra lingua.
Ho bisogno di diffondere l'idea di una Biblioterapia Italiana possibile, realizzabile, verificabile nei suoi risultati. Un passo importante l'ho compiuto con un articolo dal titolo "Esiste davvero la Biblioterapia?" che la rivista di settore "Biblioteche oggi" ha pubblicato in questi giorni. Si tratta di un lavoro che guarda all'esperienza inglese nella collaborazione tra servizi sanitari e di salute mentale e le biblioteche con l'obiettivo di rendere quest'ultime luoghi in cui la Biblioterapia, in diverse, forme possa realizzarsi con scopi riabilitativi e informativi.
Davvero un traguardo modesto se guardo a tutto quello che ancora ci sarebbe da fare. Ma se penso che ho iniziato a occuparmi in modo serio di Biblioterapia proprio nell'autunno di quattro anni fa, non potevo chiedere modo migliore per festeggiare questo anniversario.