esistenza anonima del linguaggio o opera come sintomo

Creato il 28 luglio 2013 da Vivianascarinci

[materiali per il soggetto di un cortometraggio]

“Si può immaginare una cultura dove i discorsi circolerebbero e sarebbero ricevuti senza che la funzione-autore apparisse mai. Tutti i discorsi, qualunque sia il loro statuto, la loro forma, il loro valore e qualunque sia il trattamento che si fa loro subire, si svolgerebbero nell’anonimato del mormorio. Non si ascolterebbero più le domande così a lungo proposte: ‘Chi ha realmente parlato? È veramente lui e nessun altro? Con quale autenticità o con quale originalità E che cosa ha espresso dal più profondo si se stesso nel suo discorso?’ Ma altre come queste: ‘Quali sono i modi di esistenza di questo discorso? Da dove viene tenuto, come può circolare e chi può appropriarsene? Quali sono le ubicazione predisposte per dei soggetti possibili? Chi può riempire queste diverse funzioni del soggetto?’ E dietro a tutte queste domande non si capterebbe altro che il rumore di un’indifferenza: ‘Cosa importa chi parla?’”
M. Foucault

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“Tutto era
possibile nell’oscurità che mi avvolgeva,
e io non ero nulla. Proprio per questo
non avevo mai esitato a voltare le spalle
a me stesso. Non c’era
niente di vero a
cui voltarle”.

Wu-Ming

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la parola estranea si lascia subordinare e frammentare perché non ha alcuna tenuta: segno che l’altro con cui si confronta ha una realtà solamente fittizia

W. Siti

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Fra me e Te c’è il mio “io”, un “io” che mi opprime, il Tuo “Io” schiacci quest’ “Io” che tra noi s’interpone.

Al- Hallajمنصور حلاج

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In ogni caso, non si riesce, forse non si può sfuggire alle proprie preoccupazioni. E’ questo che costituisce lo stile personale

L. Hejinian

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Potrà sembrarvi fuori luogo che io mi serva di tale finzione per farvi intendere quel che dico

Teresa d’Ávila