Caro Monti… “Beh, non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda”. (Winston Wolf a Vincent Vega e Jules Winnfield in Pulp Fiction)
Il futuro del nuovo fondo di salvataggio per i paesi che adottano l’euro è nelle mani della Corte costituzionale della Germania. Ai giudici è stato richiesto di prendere in considerazione alcuni ricorsi sulle nuove norme approvate dal Parlamento per ratificare l’accordo sull’European Stability Mechanism (ESM), che secondo i ricorrenti sarebbero incostituzionali. Associazioni e alcuni partiti di opposizione sostengono che il sistema previsto per l’ESM all’ultimo Consiglio europeo ridurrebbe il potere sovrano della Germania, specialmente nelle decisioni su come utilizzare i propri fondi pubblici. La Corte costituzionale dovrà prima di tutto decidere se i ricorsi siano ammissibili e, nel caso di un parere positivo, dovrà poi esprimersi nel merito. Fino ad allora le leggi approvate in Parlamento sull’ESM non potranno entrare in vigore e, secondo diversi giornali, la Corte potrebbe impiegare settimane prima di esprimersi.
Nel difficile Consiglio di fine giugno, i leader europei hanno deciso di conferire maggiori poteri all’ESM per contrastare la crisi dell’euro e avere più strumenti di tutela, specialmente per i paesi in difficoltà e con economie meno stabili. Ogni Stato partecipa al fondo di salvataggio con una quota di denaro, sulla base delle sue disponibilità. L’ESM a pieno regime dovrebbe avere una capacità complessiva pari ad almeno 500 miliardi di euro. Il principale contributore del fondo sarà la Germania con una quota del 27,1 per cento, seguita dalla Francia con il 20,3 per cento. L’Italia aderisce con una quota pari al 17,9 per cento.
L’ESM era stato inizialmente concepito come un nuovo sistema per garantire fondi ai paesi in difficoltà economica, a partire da quelli della cosiddetta periferia dell’euro come Irlanda, Portogallo, Spagna, Grecia e Italia. Vincendo (almeno in parte) le ritrosie dei colleghi, alcuni leader europei tra cui Mario Monti hanno ottenuto di estendere i poteri dell’ESM, che non sarà utilizzato solamente per concedere prestiti. Il fondo potrà per esempio acquistare titoli di Stato e offrire uno strumento per mantenere stabili gli spread (i differenziali tra i tassi di interesse dei titoli dei diversi paesi). Sono state previste regole rigide e garanzie per consentire queste operazioni per rassicurare i paesi più scettici, ma come dimostra il caso tedesco non si sono rivelate sufficienti.
Nel corso della prima udienza di ieri il presidente della Corte, Andreas Vosskuhle, ha spiegato che i ricorsi saranno esaminati con molta attenzione e che questo potrebbe portare a tempi più lunghi del solito. Inizialmente si era pensato che i giudici potessero esprimersi sulla questione entro tre settimane, mentre ora diversi osservatori dicono che potrebbero essere necessari mesi prima di avere un pronunciamento della Corte. Il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha invitato i giudici a fare in fretta per non esporre l’euro a ulteriori stress.
L’ESM, infatti, potrà essere attivato solamente quando i paesi che messi insieme detengono il 90 per cento delle sue quote lo avranno ratificato. La Germania ha una quota del 27,1 per cento e quindi fino al suo sì definitivo il fondo non potrà partire. L’ESM sarebbe dovuto entrare in vigore il primo luglio, ma con le ultime modifiche e le leggi di ratifica contestate in Germania continua a essere fermo e inutilizzabile. Il timore di molti leader europei è che un ulteriore ritardo possa portare nuova sfiducia sui mercati, condizionando anche l’andamento dell’euro che negli ultimi giorni ha perso terreno nei confronti del dollaro.
L’opposizione al nuovo fondo di salvataggio dimostra come una parte della popolazione tedesca, minoritaria in un paese tradizionalmente europeista, fatichi a comprendere la necessità di delegare risorse economiche e poteri all’Unione Europea per gestire l’attuale crisi economica. Gli oppositori ritengono che i problemi economici debbano essere risolti in primo luogo dai singoli paesi, senza obblighi di intervento da parte degli altri stati europei. Un parere a favore dell’attivazione dell’ESM da parte della Corte costituzionale potrebbe rendere ulteriormente marginale il fronte antieuropeista, cambiando almeno in parte la percezione all’estero delle politiche adottate dalla Germania.
La politica del rigore sostenuta dal cancelliere tedesco Angela Merkel è stata mal sopportata negli ultimi mesi, soprattutto nei paesi più in difficoltà che hanno dovuto adottare rigide misure di austerità per ottenere aiuti economici. E proprio in quegli Stati si è sviluppata una visione distorta sulle effettive posizioni della Germania, che ha portato aluni a immaginare un disinteresse del governo tedesco per le sorti dell’Europa e della moneta unica. L’impegno della maggioranza che sostiene Angela Merkel sull’ESM e le concessioni date al Consiglio europeo sul rafforzamento dei poteri del fondo dimostrano il contrario, e confermano l’orientamento europeista della Germania. Questi elementi saranno probabilmente tenuti in considerazione dalla Corte costituzionale che, secondo diversi osservatori, alla fine deciderà per il via libera alle leggi sull’ESM assecondando le pressioni politiche del delicatissimo momento.
Senza contare che sia la Finlandia che l’Olanda hanno delle riserve sul piano discusso e NON APPROVATO a differenza delle voci pro spread di MOnti &Co. Invece che incolpare a chi non è d’accordo con lui di far peggiorare lo spread decide di infilare la testa sotto la coperta al motto di chi vivrà, vedrà!
Tutto questo senza contare che il limite del fondo è già stato fissato a 500 miliardi di Euiro e la soglia è vista come ininfluente da diversi analisti economici che pensano che sia i paesi che lo possano usare verranno attirati da una spirale di debiti, mentre quelli che lo finanziano (come l’Italia al 17%) dovranno tirare fuori di tasca propria liquidità 25 milairdi di € aggiuntivi alle manovre già previste.
Count Down al declino dell’Euro?