Il tramonto magico di due soli infuocati nel cielo, le dune spoglie di un deserto lontano, il caschetto biondo di Luke Skywalker e la sua inconfondibile palandrana da karateka del futuro. Ce lo ricordiamo così Tatooine: il pianeta desertico in orbita di un sistema stellare binario, nel bel mezzo dell’universo fantascientifico di Guerre stellari immaginato da George Lucas. Un sogno che diventa realtà nei risultati di una modellizzazione matematica appena sottoposta a The Astrophysical Journal, ma già disponibile in versione unreviewed su ArXiv. Tatooine esiste. Ed è in buona compagnia. Il pianeta natale della famiglia Skywalker, dove sono nati Shmi, Anakin e dove è cresciuto Luke, è abitabile anche nell’universo di atomi e molecole che abitiamo noi. E se il doppio tramonto di un esopianeta appartenente a un sistema binario non è ancora un’evidenza scientifica, sarebbe esclusivamente dovuto al fatto che finora, solo pianeti gassosi e giganteschi sono stati rilevati nell’orbita di questi sistemi. E poco importa se esiste un nutrito gruppo di ricercatori convinto che mai in determinate condizioni possa verificarsi l’opportunità di inciampare in un pianeta roccioso. Simulazioni matematiche mostrano il contrario, e che pianeti solidi come Tatooine possano in realtà essere molto più comuni di quanto si possa pensare. «Le cose non vanno molto diversamente dalla formazione planetaria attorno a una singola stella», spiega Ben Bromley, fra i firmatari dello studio condotto dall’Università dello Utah e dallo Smithsonian Astrophysical Laboratory. «La peculiarità che rende unico il Tatooine di Guerre Stellari potrebbe essere una caratteristica comune a molti sistemi planetari». Ma quanto si divertono i ricercatori? Tanto. A partire dal titolo dello studio: Planet formation around binary stars: Tatooine made easy. Come a dire un Tatooine per tutti. Meno potabili le formule matematiche di cui è pieno l’articolo e che dimostrano come pianeti rocciosi possano vivere bene nel sistema di stelle binarie. Il telescopio spaziale NASA Kepler ha già portato a casa i risultati di oltre mille esopianeti, in orbita attorno a stelle lontane. Alcuni di questi galleggiano dalle parti della cosiddetta fascia di abitabilità. Sette di questi sono nell’orbita di un sistema binario. Nessuno di questi è roccioso. «Si tratta in tutti i casi di giganti gassosi», spiega Bromley. «Individuare pianeti tutto sommato piccolini come la nostra Terra è ben più complicato». Nell’attesa di trovare un Tatooine in sassi e roccia, prossimamente, possiamo comunque gustarci il sospirato episodio 7 di Guerre Stellari in uscita il prossimo Natale. Il pianeta che ha visto crescere Luke Skywalker, e dove il piccolo Jedi ha conosciuto per la prima volta il maestro Obi-Wan Kenobi, il comandante del Millenium Falcon Ian Solo, le forme generose della principessa Leila in catene per Jabba the Hutt, ci riserva ancora tante sorprese. Fonte: www.media.inaf.it
Il tramonto magico di due soli infuocati nel cielo, le dune spoglie di un deserto lontano, il caschetto biondo di Luke Skywalker e la sua inconfondibile palandrana da karateka del futuro. Ce lo ricordiamo così Tatooine: il pianeta desertico in orbita di un sistema stellare binario, nel bel mezzo dell’universo fantascientifico di Guerre stellari immaginato da George Lucas. Un sogno che diventa realtà nei risultati di una modellizzazione matematica appena sottoposta a The Astrophysical Journal, ma già disponibile in versione unreviewed su ArXiv. Tatooine esiste. Ed è in buona compagnia. Il pianeta natale della famiglia Skywalker, dove sono nati Shmi, Anakin e dove è cresciuto Luke, è abitabile anche nell’universo di atomi e molecole che abitiamo noi. E se il doppio tramonto di un esopianeta appartenente a un sistema binario non è ancora un’evidenza scientifica, sarebbe esclusivamente dovuto al fatto che finora, solo pianeti gassosi e giganteschi sono stati rilevati nell’orbita di questi sistemi. E poco importa se esiste un nutrito gruppo di ricercatori convinto che mai in determinate condizioni possa verificarsi l’opportunità di inciampare in un pianeta roccioso. Simulazioni matematiche mostrano il contrario, e che pianeti solidi come Tatooine possano in realtà essere molto più comuni di quanto si possa pensare. «Le cose non vanno molto diversamente dalla formazione planetaria attorno a una singola stella», spiega Ben Bromley, fra i firmatari dello studio condotto dall’Università dello Utah e dallo Smithsonian Astrophysical Laboratory. «La peculiarità che rende unico il Tatooine di Guerre Stellari potrebbe essere una caratteristica comune a molti sistemi planetari». Ma quanto si divertono i ricercatori? Tanto. A partire dal titolo dello studio: Planet formation around binary stars: Tatooine made easy. Come a dire un Tatooine per tutti. Meno potabili le formule matematiche di cui è pieno l’articolo e che dimostrano come pianeti rocciosi possano vivere bene nel sistema di stelle binarie. Il telescopio spaziale NASA Kepler ha già portato a casa i risultati di oltre mille esopianeti, in orbita attorno a stelle lontane. Alcuni di questi galleggiano dalle parti della cosiddetta fascia di abitabilità. Sette di questi sono nell’orbita di un sistema binario. Nessuno di questi è roccioso. «Si tratta in tutti i casi di giganti gassosi», spiega Bromley. «Individuare pianeti tutto sommato piccolini come la nostra Terra è ben più complicato». Nell’attesa di trovare un Tatooine in sassi e roccia, prossimamente, possiamo comunque gustarci il sospirato episodio 7 di Guerre Stellari in uscita il prossimo Natale. Il pianeta che ha visto crescere Luke Skywalker, e dove il piccolo Jedi ha conosciuto per la prima volta il maestro Obi-Wan Kenobi, il comandante del Millenium Falcon Ian Solo, le forme generose della principessa Leila in catene per Jabba the Hutt, ci riserva ancora tante sorprese. Fonte: www.media.inaf.it
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