Espatrio

Creato il 19 maggio 2011 da Selena
Prendendo spunto da un post appena letto, mi son chiesta se l'emigrazione dei tempi moderni sia ancora utile.
Spieghiamo meglio: 50 anni fa la gente emigrava in cerca di fortuna, per migliorare il proprio stile di vita, per trovare opportunitá che non poteva avere nel proprio paese. Risparmiavano per anni, e poi preparavano i pochi bagagli portandosi dietro tutta la famiglia. Meta ambita a quei tempi, l'America, del Nord, del Sud, ma America. La maggioranza partiva senza sapere le lingue straniere, senza titolo di studi, a volte erano analfabeti, ma arrivavano nel paese ospitante, e dopo anni di sacrifici e duro lavoro riuscivano a costruirsi qualcosa di buono. Una casa, una famiglia tranquilla, i bimbi a scuola, cibo a volontá. Certo, non per tutti, ma nel passato c'erano possibilitá. Se uno se le giocava bene queste possiblitá, riusciva anche a diventare ricco.
Comunque delle storie che conosco io, di quelle che mi son state raccontate fin da piccola, nessuno tornava in patria piú povero di prima. Tutti riuscivano a risparmiare abbastanza per tornare in patria e comprarsi una casa e avviare un'attivitá. O per rimanere nel paese ospitante, tornando magari in patria per passare gli ultimi anni di vita.
L'emigrazione, comunque, era una cosa da poveri.
L'emigrazione moderna, che non si chiama piú cosí, ora é espatrio, e l'emigrante é un expat, un espatriato, mi sembra una questione che non riguarda piú i poveri. E parlo dei paesi europei, della realtá che io conosco. Chi espatria ormai é di solito gente laureata a cui é stata offerta una buona opportunitá di lavoro, o gente con un discreto capitale che utilizza per aprire un'attivitá nel paese scelto, e quando sceglie un paese per espatriare di solito é il paese "dei sogni", quello che ai loro occhi racchiude la perfezione per la loro vita.
I giovani espatriano, piú che altro per fare nuove esperienze, per imparare o migliorare le lingue, per una stagione, per qualche anno, per conoscere un posto nuovo, per seguire un amore.
Comunque non si parte per diventare ricchi.
Anzi, c'è gente che lo fa, gente che spera che l'espatrio porti buone possibilitá lavorative, e migliori condizioni di vita, ma nella maggior parte dei casi si espatria per vivere nelle stesse possibilitá che si viveva in patria.
Si espatria perché stanchi della quotidianeitá, perché non si é conformi con la societá con cui si vive, con la politica del paese, con le condizioni che ci propongono.
Ma non si espatria perché non ci sono altre opzioni.
Piú o meno, quasi tutti coloro che espatriano lo fanno per libera scelta, non perché non hanno altre opportunitá.
E soprattutto, da quel che ascolto, nessuno pianifica un espatrio duraturo, uno per tutta la vita. Molti pensano all'espatrio come esperienza di qualche anno, ma comunque un giorno si torna in patria. O lasciano sempre aperta l'opzione del rientro, che sia quel che sia, é sempre possibile.
Mi chiedo allora se l'espatrio, per quella gente "normale" che parte all'avventura, sia ancora un'opportunitá, apra porte, riesca a migliorare le condizioni di vita, o sia solo un cambio di paese per la stessa vita che si conduceva prima nel paese d'origine.
Mi chiedo se l'espatrio possa ancora portare a grandi cambiamenti..
Mi chiedo, soprattutto, per curiositá, quale sia la nuova America dei nostri anni, quel paese dove si possono realizzare i sogni, tornando in patria, dopo 50 anni,  per vivere ció che resta della vita.
E soprattutto mi chiedo perché l'espatrio ormai sia una questione da benestanti e non piú da poveri.

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