esperimenti di scrittura: La scatola magica

Da Saraconlacca

Sono sicura che tutti conoscono la storia di un lampada magica che, se ben strofinata, quasi a volerla lucidare, fa spuntare il genio pronto a realizzare ben tre dei tuoi desideri, ma non credo che conosciate anche la favola di una Scatola Magica, una scatola di cartone colorato del tutto simile ad una comune scatola ma anche lei custode di poteri straordinari. In realtà questi poteri non si mostrano a tutti e ai più, una volta aperta, sembra proprio una semplice scatola, contenitore di lettere e fotografie ma se si cerca con maggiore attenzione, se non è semplice curiosare ma il vero -cercare col cuore- allora qualcosa di magico comincerà a brillare nell’aria. Dapprima piccolo piccolo poi  invaderà tutta la stanza facendo gioire tutti e cinque i sensi. Le lettere inizieranno a prendere vita e le foto condurranno in luoghi che forse oggi non esistono più. Ho avuto l’enorme fortuna, qualche anno fa, di custodire questa scatola per qualche giorno ignara della preziosa leggenda che si celava dietro lo stravagante recipiente. Essendo stata sempre molto curiosa non potei fare a meno di sbirciare le lettere ingiallite e una cosa tra tutte mi colpì immediatamente: le lettere erano numerate, per quanto sembrava non finissero mai ognuna aveva in alto a sinistra un piccolo numero arabo, ben conservate, tutte in ordine crescente. E ad ogni lettera era allegata una foto. Ecco qualche esempio:

1.

“E arrivò un mattino e col mattino un angelo e quell’angelo eri tu con due spalle da uccellino in un vestito troppo piccolo e con gli occhi ancora blu, la chitarra veramente la suonavi molto male però quando cantavi sembrava carnevale…”

La foto allegata a questa pagina non era molto nitida. Sarà perché probabilmente era sera. Era una spiaggia di ciottoli grossi e tondi, un falò, degli amici riuniti intorno che cantavano. Una tipica serata estiva. Poco distante due figure, un ragazzo e una ragazza sembrava parlassero ma non erano stati ben messi a fuoco.

Lettera numero 2:

“Un giorno apriremo una porta d’entrata, tu bianca e fatata sarai la mia luce io nuovo marito compagno d’altare…”

Questa volta la foto era chiara. Un giardino, palazzine in stile liberty sullo sfondo, tanto verde e tanta gente. Ragazzi. Un concerto, una festa. Adesso i ragazzi dello sfondo erano in primo piano, si riconoscevano, lei e la folta chioma di ricci, lui alto e bello la teneva per mano…

Esperimenti di scrittura… vi piace? continuo?

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