Esperti di troppo, Ivan Illich et al.

Creato il 02 marzo 2014 da Serenagobbo @SerenaGobbo

Esperti di troppo – il paradosso delle professioni disabilitanti

Finalmente ho letto qualcosa di Illich!
Era un grande! Scriveva in dieci lingue (adoro questi poliglotti volontari) e si è interessato a più ambiti di ricerca, dalla storia, alla teologia, alla storia dell’arte, alla filosofia, alle scienze sociali… ma, udite udite, ho scoperto che era un sacerdote cattolico! Anzi, è diventato anche vescovo… Uno con la mente così aperta non poteva durare molto in un’istituzione quale la Chiesa di Roma, e infatti è finito davanti al sant’Uffizio. Alla fine ha rinunciato a titoli, benefici e servizi ecclesiastici (pur rimanendo sempre, fino alla fine della sua vita, un sacerdote e un lettore del breviario).

Il saggio di Illich contenuto in questo libro parla delle istituzioni e degli esperti che vi sono all’interno: esperti a cui noi deleghiamo la definizione e cura dei nostri bisogni.
Pensiamo alla scuola, dove sono gli insegnanti a decidere chi ha imparato quello che serve per andare avanti. O alla professione medica, che definisce le malattie (non solo biologiche) e impone le cure (o getta un’ombra di disapprovazione sociale su chi non segue i consigli dei medici).

Interessantissima e densa la sua analisi delle illusioni che hanno causato questo stato di predominanza degli esperti: leggetelo. A volte sembra estremo, ma consideriamo che il saggio è stato scritto nel 1977 e valutiamo quanto sia attuale oggi!

Ci sono poi altri interventi: Irving Kenneth Zola che parla dei medici disabilitanti, John McKnight, Jonathan Caplan (avvocato) e Harley Shaiken (ex operaio) che parlano delle istituzioni e degli esperti in vari campi (tra cui la giustizia).

Come dicevo, è un libro corto ma denso, difficile da condensare in un post di blog: leggetelo.



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