Espiazione

Da Occhidadonna

Mentre guardiamo il film squilla il telefono, lei dice «Un attimo», e lo ferma così. Si tratta di una casualità, la seducente tempistica della sorte.
Si allontana e io resto a fissare l’immagine, a domandarmi quante possibilità c’erano di fermare un momento che anche così, fisso, ti racconta l’attesa, il finalmente, la promessa, l’incanto. Ti spiega un segreto sulla punta delle dita.
E me ne sto sul divano, a guardare questa carezza sospesa, a desiderare l’incastro delle dita, il dopo e mi dico che è tutta lì la bellezza: in quel decimo di secondo che dopo sarà un’altra cosa, l’intreccio, la passione, la possessione. Ma adesso sono già tutto, sono l’attimo prima dello slancio, tutte le possibilità, tutti gli svolgimenti, i desideri, tutti gli amori; la potenza del contatto privo d’incomprensioni, di punti di vista, di proiezione; la purezza di un’intenzione.
È così che nasce quel segreto, la possibilità che non arriva a toccare neanche tutte le dita di una mano.

E mi viene sempre in mente che con lei le cose belle diventano ancora più belle e un fermo immagine tutta quanta la storia. 


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