Non c'è alcun problema nell'essere piccoli. Quando si hanno ancora pochi anni si accetta con disinteresse questa condizione. Non pesa il fatto di essere circondati da adulti: è la normalità a cui ci si è abituati ormai, una consuetudine iniziata fin dal primo giorno di vita. Non esistono confronti e i termini di paragone non sono mai sbilanciati, in favore degli altri. Non si pensa alla relatività della misura, ciò che è piccolo resta tale e così rimane quel che è grande. Termini inavvicinabili, la grandezza e la piccolezza, tanto sono fissi nella rigidità del loro rapporto. E tutto ciò non ha importanza. I problemi sopraggiungono un giorno più in là, quando chi è ormai grande si sente ancora piccolo oppure inaspettatamente, nuovamente minuscolo. Uno gnomo, questa volta, di fronte alla normalità, nei confronti della quale l'abitudine si è perduta. Non c'è nulla di peggio che sentirsi impotenti, una volta divenuti adulti. Ecco perché crescere non significa diventare improvvisamente grandi, ma perdere giorno dopo giorno, anno dopo anno, quasi senza accorgercene, un pezzo di piccolezza, abbandonandola nel passato senza tuttavia dimenticarla. Diventare adulti, gradualmente, che termine orribile per chi a un certo punto della vita non sa più aspettare e vuole saltare, anziché procedere quasi a forza di inerzia, pazientemente verso il futuro che lo attende come un ladro nascosto nell'oscurità. Ogni tanto, puntualmente, come in un gioco sadico del destino, ci si guarda alle spalle e si scopre che quel fosso saltato è ancora davanti a noi, che è in agguato e ci aspetta, come una trappola nemmeno troppo celata, alla quale abbiamo perfino fatto l'abitudine. E si vorrebbe ridere, non per la contentezza, ma perché non possiamo fare a meno di riconoscere, in tutto ciò, quasi una strana, pazzesca ironia della sorte.
Non c'è alcun problema nell'essere piccoli. Quando si hanno ancora pochi anni si accetta con disinteresse questa condizione. Non pesa il fatto di essere circondati da adulti: è la normalità a cui ci si è abituati ormai, una consuetudine iniziata fin dal primo giorno di vita. Non esistono confronti e i termini di paragone non sono mai sbilanciati, in favore degli altri. Non si pensa alla relatività della misura, ciò che è piccolo resta tale e così rimane quel che è grande. Termini inavvicinabili, la grandezza e la piccolezza, tanto sono fissi nella rigidità del loro rapporto. E tutto ciò non ha importanza. I problemi sopraggiungono un giorno più in là, quando chi è ormai grande si sente ancora piccolo oppure inaspettatamente, nuovamente minuscolo. Uno gnomo, questa volta, di fronte alla normalità, nei confronti della quale l'abitudine si è perduta. Non c'è nulla di peggio che sentirsi impotenti, una volta divenuti adulti. Ecco perché crescere non significa diventare improvvisamente grandi, ma perdere giorno dopo giorno, anno dopo anno, quasi senza accorgercene, un pezzo di piccolezza, abbandonandola nel passato senza tuttavia dimenticarla. Diventare adulti, gradualmente, che termine orribile per chi a un certo punto della vita non sa più aspettare e vuole saltare, anziché procedere quasi a forza di inerzia, pazientemente verso il futuro che lo attende come un ladro nascosto nell'oscurità. Ogni tanto, puntualmente, come in un gioco sadico del destino, ci si guarda alle spalle e si scopre che quel fosso saltato è ancora davanti a noi, che è in agguato e ci aspetta, come una trappola nemmeno troppo celata, alla quale abbiamo perfino fatto l'abitudine. E si vorrebbe ridere, non per la contentezza, ma perché non possiamo fare a meno di riconoscere, in tutto ciò, quasi una strana, pazzesca ironia della sorte.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Ho scoperto che è gay... cambia qualcosa?
Anni fa, un pomeriggio, mentre ero immersa nello studio per un imminente esame universitario, mi telefona una carissima amica e mi dice che ha bisogno di... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Kevitafarelamamma
BAMBINI, DIARIO PERSONALE, FAMIGLIA, MATERNITÀ -
Il referendum non risolve l’insolvenza, il popolo greco deve sapere la verità
Tutta la verità, nient’altro che la verità. Non ci sta ad incassare le accuse del duo Tsipras/Varoufakis e passa al contrattacco Juncker, si rivolge alla... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Blogaccio
SOCIETÀ -
La seconda ondata
Intervista di Peter Jellen. della Rivista Online "Telepolis", a Robert Kurz, del 18 e 19 luglio del 2010 Peter Jellen: Mr. Kurz, negli ultimi tre anni, la... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Francosenia
CULTURA, OPINIONI, SOCIETÀ -
“Hic Rhodus, hic salta” – Grecia, Tsipras e la democrazia col culo del popolo
Il titolo dell’Huffington Post del 28/06/2015 “Hic Rhodus, hic salta” [“Qui [è] Rodi, salta qui”. Il senso traslato è “Dimostraci qua e ora le tue affermazioni”. Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Carusopascoski
OPINIONI, SOCIETÀ -
Il controverso caso del dott. Andolina
É di pochi giorni fa la notizia (qui, dal sito de La Stampa) dell'arresto del medico triestino Marino Andolina, nell'ambito di un'inchiesta della Procura della... Leggere il seguito
Il 28 giugno 2015 da Gaetano61
SOCIETÀ -
Ad un passo dalla guerra – scenari di guerra nei cieli di Ustica
I-Tigi siamo noi, ogni volta che siamo in volo – racconta Marco Paolini nel suo monologodedicato alla tragedia del volo Bologna Palermo, Ustica. La storia del... Leggere il seguito
Il 27 giugno 2015 da Funicelli
SOCIETÀ