Essere mamma: i contenitori di pazienza

Da Otonga
Ho appena finito una telefonata con mia madre che mi raccontava dei complimenti che mia sorella mi ha fatto ieri in qualità di mamma.
Acc... le cose belle si vengono a sapere sempre di seconda mano!
Sapere che qualcuno mi può giudicare una mamma amorevole e attenta mi fa stare bene, soprattutto in questo momento in cui alcuni dei miei contenitori di pazienza si stanno esaurendo.
I contenitori di pazienza sono quelli che rappresentano il tetto massimo di pazienza e tolleranza nei confronti di qualche azione. Eccone alcuni esempi
Contenitore di pazienza alla chiacchiere:
Questo è quello più grosso, con un fondo quasi infinito. NOn so se i vostri figli chiacchierano quanto il mio, ma l'unno è davvero pieno di parole che riesce a riempiere immediatamente i miei pensieri mattutini. Appena mi alzo non sono proprio in grado di connettere e ho bisogno di quel quarto d'ora per riprendermi. Lui, l'unno, invece ha le pile supercariche e inizia una serie infinita di domande, riflessioni, canzoni e qualunque altra cosa che produca suoni. Nella mia testa lo spazio dedicato alle parole altrui ha ovviamente una sua capienza... L'unno riempie da solo ed in cinque minuti, questa enorme capienza. Grazie al cielo poi va a scuola e il mio contenitore si svuota per essere riempito al suo ritorno.
Contenitore di pazienza alla vestizione:
Per vestire mio figlio ho sempre pensato che si dovesse avere la classica terza mano; una serve per prendere i vestiti, l'altra per bloccare il braccio o la gamba a seconda del vestito da infilare e la terza dovrebbe bloccarlo saldamente in posizione supina. Ma stuporone, non ho la terza mano, anzi mi piacerebbe sapere se qualche mamma ha iniziato a vedere qualche nuova escrescenza che possa far pensare a questo miracolo. Questo contenitore è quasi al colmo della capienza. Mi sa che tra un po' lo mando a ascuola in pigiama.
Contenitore di pazienza alla ripetizione:
Questo è colmo, anzi di più! Inizio a detestare profondamente la ripetizione delle frasi come "vuoi questo giocattolo?" "che vuoi per cena?" "vittorio dobbiamo andare" "vieni qui" "andiamo" "non fare questo" "non fare quello" "ok fai quello che ti pare"
Ormai nel giro di cinque nano secondi il mio comportamento amorevole (tipo biancaneve) nei confronti dell'unno sordo, si trasforma in pura follia (tipo strega cattiva). La sordità congenita dei figli è impressionante e le uniche parole che possono risvegliarli dal loro torpore sono parole come "caramelle" "cioccolata" "regalo" "non vedi la tv"!
Ma posso mettere queste parole in ogni frase??? "amore dobbiamo caramelle vestirci, vieni cioccolata qui che mettiamo i regalo pantaloni?"
Quali sono i vostri contenitori di pazienza?
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