Essere o lavorare? “LAVORESSERE!”

Creato il 11 febbraio 2011 da Genioallopera

Il Corrirere della Sera, e molti altri quotidiani, ci informano che ad oggi, come mai, la disoccupazione giovanile è oltre il 25%.

Questo significa che un giovane su 4 non ha un lavoro. Di per sè questa non è una buona notizia, e la cosa dovrebbe farci pensare su come il nostro paese può gestire le “nuove menti“.

D’altra parte il lavoro, per quanto necessario, dovrebbe anche essere un modo per gratificare una parte della nostra vita, attraverso una occupazione che possa essere stimolante per il nostro corpo e la nostra mente. Ma così, ahimè spesso non è.

Molte persone sono demotivate dal lavoro che svolgono, ritengono che la “propria vita” sia al di fuori della giornata di 8(?) (spesso 10,12!) ore che trascorrono facendo il loro “dovere”.

Nessuno si rende conto che, paradossalmente, passare più del  30% del propria giornata in maniera “insoddisfacente” è davvero uno spreco di tempo (energia e VITA) prezioso.

Senza fare della retorica, ma pensando di sviluppare una politica comune di “integrazione umana”, sarebbe utile che ognuno di Noi facesse quello che gli viene meglio. Per farlo, non necessariamente è fondamentale vivere di rendita o avere un sacco di soldi (anche se avere ristrettezze economiche non aiuta, ma attiva alla creatività), ma bisognerebbe capire quello che si VUOLE fare.

La condizione migliore sarebbe riuscire a essere SODDISFATTI.

Per cominciare capire come motivarci (questo è il punto), in questi anni stanno nascendo delle nuove figure professionali i “LIFE COACH” (in italiano “motivatori”) il cui lavoro è proprio quello di insegnare a motivarci, cercare di lasciare che il nostro essere si concentri su quanto “di positivo” ci può essere per affrontare una situazione paradossalmente difficile e pesante. I Life Coach, in qualche modo però, ci insegnano anche ad essere coscienti di quello che ci viene naturalmente meglio fare, senza perdere di vista l’obiettivo lavorativo che ci poniamo.

Anche se queste possono sembrarVi chiacchiere, posso assicurarvi che un “pieno” di consapevolezza” non ha mai fatto male a nessuno. Un esponente importante del panorama italiano è sicuramente Giovanna Giuffredi, che attraverso il suo sito ci accoglie con una frase di effetto tratta di Douglas Malloch :

“Se non puoi essere strada sii sentiero,

se non puoi essere sole, sii una stella,

vincere o perdere non ha a che vedere con la grandezza,

ma bisogna essere al meglio quello che si è”


Una giusta scelta nel fare quello che si vuole, o anche solo scegliere come fare meglio quello che si sta facendo, è anche trovare il modo giusto e consapevole di ESSERE. E’ davvero troppo facile a volte vedere “nero”. Come spesso mi piace sottolineare a chi mi fa una osservazione a tel merito:

“Vedere tutto nero, a volte  può significare stare osservando un puntino troppo da vicino.

Se ci allontaniamo, la prospettiva ci aiuterà a capire la dimensione delle cose.”


Questo articolo vuole essere solo una riflessione. Per aiutare chi non ha ancora consapevolezza, a porsi propositivamente alla vita.


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