Essere un bambino plusdotato può essere un problema

Da Marzia Gianotti @papahopaura

In questi giorni a Milano si sta tenendo il “2° Convegno Internazionale dedicato alla tematica dell’alto potenziale cognitivo e delle risorse umane”. Un evento al quale parteciperanno esperti a livello internazionale, tra cui il prof. Steven Pfeiffer psicologo della Florida State University.

Al centro del tema ci sono i “gifted”, quei bambini che hanno il “dono” di avere un quoziente di intelligenza superiore a 120.

Qualcuno può pensare che questi bambini abbiano una strada “spianata”, senza difficoltà, ma in realtà possono avere problemi anche nella vita di tutti i giorni, se le loro capacità  non vengono riconosciute come tali.

Ci possono essere infatti dei fraintendimenti perché i “plusdotati” hanno comportamenti che possono apparire “asociali”, per cui se non vengono capiti in tempo  si rischia che abbiano una perdita di autostima, una resistenza a frequentare la scuola, fino ad arrivare ad un isolamento sociale.

“Ci sono tre problemi ricorrenti: difficoltà a fare amicizia con i coetanei, noia a scuola e estrema sensibilità ed emotività”, spiega Steven Pfeiffer, psicologo americano che da molti  anni studia i bambini “gifted”.

Come riconoscere un bambino “plusdotato”?

Il bambino brillante: conosce le risposte, è interessato, è attento, ha buone idee, lavora sodo, risponde alle domande, è il migliore del gruppo, ascolta con interesse, impara con facilità, diventa competente dopo 6 o 8 ripetizioni, comprende le idee, si diverte con i coetanei, coglie il significato, porta a termine i compiti, è ricettivo, riproduce con precisione, ama la scuola, assorbe le informazioni, è un buon tecnico, ha un’ottima memoria, ama le spiegazioni ordinate, è attento, è soddisfatto di imparare.

Il bambino “plusdotato”: pone domande, è estremamente curioso, è coinvolto mentalmente e fisicamente, ha idee strane e bizzarre, bighellona, ma nelle prove riesce bene, discute i dettagli, elabora, è al di là del gruppo, manifesta pareri e sentimenti molto forti, conosce già, diventa competente dopo 1 o 2 ripetizioni, costruisce astrazioni, preferisce gli adulti, trae inferenze, dà inizio a progetti, è appassionato, disegna cose nuove, ama imparare, manipola le informazioni, è un inventore, ha un’ottima memoria, gode della complessità, è un acuto osservatore, è estremamente autocritico.

Una buona ed attenta capacità di osservazione, comunicazione ed ascolto da parte di un genitore che sappia riconoscere le risorse del proprio figlio e una buona preparazione formativa degli insegnanti permetterà a questa categoria di bambini di non essere “emarginati”, “etichettati”, ma capiti e trattati utilizzando gli strumenti giusti. In questo modo avranno la “libertà” di sviluppare le loro potenzialità, senza avere la paura di essere giudicati e non compresi.

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