Essere unici: la lezione del restyling del sito del Guardian

Creato il 02 febbraio 2015 da Pedroelrey

Ripen­sare un sito web da più di 100 milioni di utenti unici al mese è una bella sfida. Se poi il sito in que­stione è quello del Guar­dian, uno dei più pre­sti­giosi e influenti quo­ti­diani del pia­neta, allora l’operazione si carica anche di una grande respon­sa­bi­lità: l’attesa gene­rale che la voca­zione all’innovazione, un mar­chio del quo­ti­diano bri­tan­nico, venga confermata.

Chi ha lavo­rato alla rior­ga­niz­za­zione del sito web quella sfida l’ha vinta abbon­dan­te­mente. Sia dal punto di vista gene­rale (gerar­chia, faci­lità di navi­ga­zione, strut­tura, fles­si­bi­lità), sia per capa­cità inno­va­tiva: con le solu­zioni intro­dotte dal resty­ling del Guar­dian (par­tito uffi­cial­mente il 28 gen­naio) ci si dovranno con­fron­tare un poco tutti coloro che nel mondo dei media e delle news ci lavorano.

Ma vediamo in ordine cosa impa­rare dalla pro­po­sta del Guardian.

1 — Abbat­tere i muri. In tempi in cui il taglio dei costi nelle reda­zioni sem­bra essere la prin­ci­pale stra­te­gia di soprav­vi­venza per molte aziende edi­to­riali, il Guar­dian ha avuto il corag­gio di inve­stire su un team di desi­gners, di gior­na­li­sti, di user-experience archi­tects, di pro­duct mana­gers, di svi­lup­pa­tori e di inge­gneri cui affi­dare il pro­prio resty­ling attra­verso un lavoro fianco a fianco. E que­sta è la prima lezione alla quale guar­dare con inte­resse: l’informazione distri­buita attra­verso piat­ta­forme digi­tali oggi ha a dispo­si­zione stru­menti potenti e com­plessi che pos­sono essere gover­nati e sfrut­tati in pieno solo attra­verso un lavoro di equipe. Gior­na­li­sti, desi­gner, pro­gram­ma­tori e inge­gneri devono lavo­rare insieme. Certe bar­riere tra set­tori del mede­simo gior­nale, certi muri che ancora si incon­trano in molte reda­zioni sono ana­cro­ni­stici e rap­pre­sen­tano una zavorra per chi ha vera­mente voglia e neces­sità di affron­tare la rior­ga­niz­za­zione impo­sta dalla rivo­lu­zione digi­tale. Gli inge­gneri devono com­pren­dere le neces­sità dei gior­na­li­sti, i gior­na­li­sti devono far pro­pri gli stru­menti for­niti da chi pro­gramma soft­ware e i gra­fici lavo­rare alla sin­tesi del tutto.

2 — Un team interno. E’ bene ricor­dare che il team che ha lavo­rato al nuovo Guar­dian è tutto interno al quo­ti­diano. La qua­lità pro­fes­sio­nale gene­rale di un gior­nale è — a mag­gior ragione in tempi di dram­ma­ti­che tra­sfor­ma­zioni - il primo mat­tone sul quale costruire la pro­pria soprav­vi­venza. Non solo, ma il gruppo di lavoro ha avuto ben 18 mesi di tempo per pre­pa­rare l’architettura del nuovo sito, stu­diarne l’organizzazione e veri­fi­care le pro­po­ste e i sug­ge­ri­menti inviati attra­verso una mole immensa di feed­back (180.000 dichiara il Guar­dian) da parte dai let­tori di tutto il mondo che in qual­che modo ave­vano avuto accesso alla ver­sione Beta. Quanti edi­tori in Ita­lia avreb­bero avuto il corag­gio, la forza eco­no­mica e la strut­tura gene­rale per affron­tare una scom­messa di que­sta portata?

3 - Tre colonne bye bye! Nel nuovo sito del Guar­dian tutto è estre­ma­mente logico, razio­nale, cali­brato secondo logi­che rico­no­sci­bili e a misura di let­tore. Cade defi­ni­ti­va­mente l’impaginazione a tre colonne ver­ti­cali che ha con­trad­di­stinto, impo­ve­rito e dram­ma­ti­ca­mente irri­gi­dito la distri­bu­zione delle noti­zie via piat­ta­forme digi­tali. Quella limi­ta­zione esi­steva sin dagli albori delle prime ver­sioni dei siti di News Online, ma oggi è caduta. E’ vero che la tec­no­lo­gia e la neces­sità di pro­du­zione impon­gono limiti crea­tivi, ma è anche vero che la tec­no­lo­gia può essere ami­che­vole pro­prio con chi si occupa di infor­ma­zione aiu­tan­dolo a libe­rarsi dei lacci dell’ovvietà. Mi sem­bra una bella notizia.

4 — La fine allo sche­ma­ti­smo  Nella home page del nuovo Guar­dian non tro­viamo la tra­di­zio­nale orga­niz­za­zione edi­to­riale. Poli­tica, Esteri, Eco­no­mia soprav­vi­vono ma solo come tag per cer­care le noti­zie all’interno del sito. Il lin­guag­gio scelto invece sem­bra deci­sa­mente più com­pren­si­bile per i let­tori. L’offerta delle news viene orga­niz­zata attra­verso bloc­chi oriz­zon­tali rico­no­sci­bili attra­verso chiavi come “Head­li­nes” in aper­tura, poi “Highlights” e ancora “Sport”, “Opi­nion”, “In Brief”, In Depth” e via dicendo, fino alla clas­sica gal­le­ria mul­ti­me­diale che chiude il sito.  I van­taggi sono molti: un bel repor­tage su Kobane potrà appa­rire nella sezione “Appro­fon­di­menti”, così come la coper­tura del Super Bowl può tran­quil­la­mente diven­tare il rac­conto più rile­vante del “Primo Piano”. Una volta scrol­lata di dosso la pri­gio­nia della sequenza tra­di­zio­nale impo­sta dalla carta, si gua­da­gna una fles­si­bi­lità incre­di­bile. E’ un bene sia per chi orga­nizza la gerar­chia delle news, sia per chi le infor­ma­zioni è costretto a cer­car­sele. Essere “user friendly” signi­fica anche tro­vare parole giu­ste e comprensibili

Tec­ni­ca­mente il dise­gno del sito è modu­lare, dise­gnato come quando si usano i mat­ton­cini del Lego: sem­pli­fi­cando un poco, tre richia­mini pic­coli se messi uno sopra l’altro cor­ri­spon­dono all’altezza di un richiamo medio. Due o tre richiami medi alli­neati in fila rap­pre­sen­tano l’equivalente di un richiamo grande, magari con foto. In que­sto modo la logica e la gestione dei mat­ton­cini risulta molto sem­plice. Costruire una pagina web del nuovo Guar­dian non sem­bra ope­ra­zione com­plessa. E sfo­gliare il sito è un piacere.

5 — Gerar­chia in tech­ni­co­lor. L’uso inten­sivo di fondi colo­rati per orga­niz­zare la gerar­chia delle news e atti­rare l’attenzione non è certo una novità né per online, né per le edi­zioni car­ta­cee dei gior­nali. La logica pro­po­sta dal Guar­dian è sem­plice: rosso vino e rosso per i primi due livelli di let­tura (molto rile­vante, rile­vante), un gri­gio ripo­sante per le altre noti­zie e per i tag al piede degli arti­coli. Il nero resta esclu­sivo per tutto ciò che è foto o mul­ti­me­dia e il mar­rone terra per le guide e recen­sioni. Il blu della testata ha com­piti isti­tu­zio­nali come le testa­tine delle sezioni della home, i bot­toni di “+ more…” o per le parole chiave di un titolo. Stu­pi­sce come, rispetto a altre testate che pure hanno dato ampio rilievo a colori forti (Usa Today, tanto per fare un esem­pio di alto livello), al Guar­dian abbiano saputo gover­nare un mix cro­ma­tico ampio ma sfug­gendo con intel­li­genza dall’ovvietà del “blu = poli­tica”, “verde = sport” e via dicendo.

6 — Per­so­na­lità tipo­gra­fica. Tra i motivi più fru­stranti per un desi­gner che doveva affron­tare l’adattamento web di un pro­dotto edi­to­riale c’erano, fino a non molti anni fa, le limi­ta­zioni rela­tive ai carat­teri tipo­gra­fici. La tipo­gra­fia è il primo ele­mento distin­tivo sia per i gior­nali che per le rivi­ste. Doversi limi­tare a font che ogni bro­w­ser e ogni com­pu­ter avrebbe sicu­ra­mente cari­cato era motivo di nevrosi. Oggi anche quel muro tec­no­lo­gico è caduto e è pos­si­bile pro­gram­mare un sito inse­rendo la stringa rela­tiva ai codici dei carat­teri stu­diati e usati per la ver­sione stam­pata.  Il Guar­dian per il pas­sag­gio da broad­sheet (let­te­ral­mente “len­zuolo”, ossia grande) al for­mato ber­li­ner (2005) ha com­mis­sio­nato ai desi­gner Paul Bar­nes e Chri­stian Sch­warz lo stu­dio di un carat­tere chia­mato Guar­dian Egyp­tian. Dopo qual­che anno di esclu­siva per il Guar­dian, oggi quel font è libe­ra­mente in com­mer­cio. Da tempo il Guar­dian era riu­scito a usare le pro­prie font nella ver­sione online ma il nuovo resty­ling rende ancor di più giu­sti­zia alla bel­lezza del carat­tere in tutta la ric­chezza degli stili dispo­ni­bili. Son­tuoso nella testata, ele­gante e vibrante quando usato nei titoli, estre­ma­mente ripo­sante e leg­gi­bile come corpo dei testi, è uno dei carat­teri più belli dell’ultimo decen­nio tra tutti quelli pen­sati per il mer­cato editoriale.

Insomma, quella del nuovo Guar­dian è una una ope­ra­zione di grande impatto. Lo si per­ce­pi­sce appena si apre la home e i motivi di novità sono tan­tis­simi. Forse nes­suna delle solu­zioni adot­tate è par­ti­co­lar­mente nuova. Non è una novità il fatto che il sito sia “respon­sive”, quindi in html 5, per adat­tarsi agli schermi da desk di ogni dimen­sione e a ogni sup­porto digi­tale. Così come non è una novità la capa­cità man­te­nere il sito “leg­gero” nono­stante l’uso abbon­dante di imma­gini e di con­te­nuti mul­ti­me­diali, e non è una novità nem­meno lo svi­luppo oriz­zon­tale in alter­na­tiva allo scrol­ling ver­ti­cale delle tre colonne. Sem­mai la vera sor­presa è il modo con il quale si sono siste­ma­tiz­zate tante solu­zioni intel­li­genti, tutte insieme e tutte per ren­dere migliore l’esperienza di navigazione.

Ma la lezione più inte­res­sante che ci ha offerto il Guar­dian è forse un’altra. In un mer­cato, quello dei gior­nali, in cui in fondo si rischia l’appiattimento sui mede­simi titoli e in un mondo, quello edi­to­riale, in cui ci si copia nelle solu­zioni stra­te­gi­che per­ché nes­suno ha più voglia di per­der soldi e nes­suno ha idea di come gua­da­gnarne, forse l’unico cam­mino da per­cor­rere è quello di mostrare con intel­li­genza la pro­pria per­so­na­lità, il pro­prio essere unici e dif­fe­renti. La strada che sal­verà i gior­nali dalla crisi dell’editoria e dal dram­ma­tico pas­sag­gio verso il digi­tale ine­vi­ta­bil­mente porta in quella direzione.


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