Mi è stato chiesto qualcosa sull'argomento. Nel formulare la domanda è emerso palesemente il concetto che, chi parla di spiritualità, non dovrebbe mangiare né carne né pesce. Ho riflettuto sull'argomento e ho fatto anche qualche ricerca per cercare delucidazioni. Il primo pensiero che ha sfiorato la mia mente è stato quello del libro della Genesi, quando Dio rese l'uomo "padrone del Creato": fu lui a dare il nome agli animali. L'Antico Testamento è la parte della Bibbia più complessa e prendere tutto alla lettera è assai pericoloso dal punto di vista spirituale. Che Dio abbia comandato all'uomo di cibarsi delle erbe e del frutto della terra, senza menzionare gli animali, è vero, ma se andiamo a leggere meglio, vediamo bene che il popolo ebraico non esitava a sacrificare animali in riparazione dei propri peccati, per placare l'ira di Dio...
Partiamo dall'atteggiamento di Gesù nel Nuovo Testamento, più comprensibile del resto della Bibbia. Gesù si cibò della carne d'agnello e dei pesci. E' vero che Egli digiunava sicuramente e che soffrì la fame ma nulla afferma che fosse vegetariano. Fu persino tacciato di essere un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.
La Chiesa non comanda nulla a tale proposito, lasciando a ciascuno la libertà dei figli di Dio. Colui che è vegetariano per scelta perché ha compreso in modo più ampio il comandamento "non uccidere", non deve ritenere il suo modo esclusivamente giusto e tanto meno puntare il dito su chi mangia la carne... Non tutti poi possono seguire il regime di tale dieta.
Quel che si raccomanda è la sobrietà, l'accontentarsi del cibo, così com'è, senza lamentarsene.
L'importante è che chi è vegetariano lo sia per penitenza e non per l'infiltrazione di un vago pensiero orientale sulla reincarnazione! Tanti ordini religiosi hanno abbracciato una dieta ferrea, priva di carni e latticini, il fine di essa è la penitenza. Non tutti, ripeto, siamo portati a condurre un regime alimentare così duro. Se lo pretendessimo da tutti, mancheremmo alla carità... E se ancora tale regime ci portasse a puntare il dito sugli altri... ahimé ancor peggio... La carità è più importante del digiuno stesso, anche se questo non ci deve giustificare in tutte le nostre stravaganze alimentari.