Sono mesi e mesi che aspetto l’estate e adesso che siamo a fine Luglio scopro di non averne ancora vissuto neanche un minuto. Niente mare, niente dormite, niente cazzeggio, solo impegni e molto stress. Potrei essere incazzata invece sono molto fiera di questa estate 2010 ricca di impegni e responsabilità. Luglio soprattutto mi ha dato molto, anzi direi che è stato un corso accelerato di sopravvivenza, sia nella vita che nel lavoro. Ho imparato che ci sono persone che non conoscono la collaborazione ma solo il primato personale e l’opportunismo. Sono quelle persone a cui dai una mano ma che finiscono per prenderti un braccio, quelli che a un esame entrano dicendo non so un cazzo e poi escono sventolando il libretto e urlando 30 e lode. Persone che per sei mesi ti hanno rincorso per avere sbobinature e libri e che si sono ben guardate di restituirti il favore. Per molto tempo sono stata dipinta come Crudelia Demon ma in realtà mi rendo conto che sono un’anima candida che troppe volte ha dato al prossimo un bel tubetto di vaselina e tanti saluti. Ho studiato come una pazza per questo benedetto esame di Paleografia e Diplomatica, un esame che in realtà non era nei miei piani immediati e che ho dato solo perchè spinta a farlo dalla suddetta persona che voleva solo una spalla a cui appoggiarsi (ma questo l’ho capito a cose fatte). Il risultato è stato un voto alto ma non il massimo. Sono arrivata alla conclusione che ormai per me c’è spazio solo per i 30, tutto ciò che è sotto è una fregatura. Il godimento lo raggiungo solo quando raggiungo la vetta, per me il detto “l’importante è partecipare” è una frase da falliti e il fatto di aver dato la mia fottuta anima per prendere poi un 28 beh diciamo che mi ha rovinato i primi due giorni, passati a ringhiare e corrodermi di rabbia, poi come al solito ho digerito e con un bel rutto mi sono liberata di qualunque rimasuglio di rancore, tanto nella vita non serve veramente a niente. Il talento lo riconoscono solo i docenti dotati di intuito e intelligenza, gli altri si fanno stregare dalla filastrocca imparata a memoria. Del resto si sa che le nostre università sono tra le peggiori al mondo e un motivo ci sarà. Comunque la prima cosa che ho fatto è stata cancellare da Facebook la famosa furbetta che ha usato la mia amicizia e i miei favori per scavalcarmi e raggiungere i suoi personalissimi obiettivi. Io la gente così la cancello, non sto neanche a farmi seghe mentali, soprattutto quando mi mandano i messaggi per sapere come sono andata, tanto per sditalinarsi alla notizia che ho preso meno di loro. Roba da vivere sempre con la guardia alzata. Ma la gente fa davvero così schifo?
Luglio è stato anche il mese in cui ho capito che la mia vita è andata avanti, che ha smesso di rimanere sempre sullo stesso solco con quella maledetta puntina che continuava a rimbalzare sullo stesso giro di basso. E’ andata avanti. Era un mercoledì, esattamente il 14 luglio. Ero nervosa, strana, forse triste, forse incazzata e decisamente stressata, avevo ricevuto una notizia di quelle che non mi aspettavo o forse di quelle che segretamente già conosci ma che sembrano non esistere finchè non vengono pronunciate ad alta voce o semplicemente scritte. Ho passato due giorni a trivellarmi il cervello, a stare male, a non capire come fosse possibile che la falsità raggiungesse picchi così alti, a chiedermi come fosse possibile mentire così freddamente e poi vivere la propria vita come se niente fosse. Ho fatto un veloce ripasso degli ultimi anni e ho capito un sacco di cose, ho capito che la cosa più giusta da fare quando ci chiudono la porta in faccia è girarci e cercarne un’altra aperta. Non so bene cosa ho fatto in questo tempo, credo di aver sempre dato fiducia a chi la fiducia l’ha sempre usata come carta igienica e questo è stato il mio errore. Ho pensato ininterrottamente per 48 ore, poi mercoledì sono andata in tilt è ho pianto sino a liberarmi di tutto. Sono state lacrime inaspettate ma necessarie perchè dopo mi si è schiarita la mente e ho smesso di pensare i miei inutili pensieri negativi. So quello che sono, l’ho sempre saputo e non credo di aver perso tempo in questi anni, ho vissuto prima a 60 all’ora, poi a 70, poi a 80 e ora sono di nuovo a 100. Ci ho messo del tempo perchè all’inizio non volevo vivere davvero, volevo solo stare ferma ad aspettare non so neanche io cosa, poi ho schiacciato il piede sull’acceleratore perchè mi stavo scazzando e lì c’è stata la svolta, lì ho iniziato a centrare i miei obiettivi: prima una risata, poi una cena, un film, una chitarra da imparare a suonare, le chiacchiere all’università, il corso di inglese e un nuovo bacio. Il bello del presente e il meraviglioso del futuro. A volte non ci si crede ma un giorno capita che la porta sul passato si chiuda e allora si arriva davvero a capire il concetto di libertà.