di Enrico Galimberti "Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita" Albert Einstein
Gli ecosistemi mondiali e gli approvvigionamenti alimentari del pianeta dipendono infatti a stretto giro dallo stato di salute e dal numero di colonie di questi piccoli e meticolosi insetti.
Le api, con il loro impeccabile lavoro organizzato su una scala gerarchica talmente diligente da fare invidia a qualunque statista, sono infatti i principali incaricati dell'impollinazione di oltre 120 piante alimentari, tra cui kiwi, angurie, zucchine, noci, cacao, pere, mele, cetrioli.
Quello che sta avvenendo dal 2006 preoccupa scienziati e ambientalisti e al fenomeno è stato assegnato il nome di "Sindrome dello Spopolamento degli Alveari", ( CCD) Colony Collapse Disorder.
Secondo una ricerca pubblicata integralmente sulla rivista Journal of Apicultural Research e coordinata dal dottor Simon G. Potts, dell' Università di Reading, nel Regno Unito, le api da miele, come anche le api selvatiche e le mosche bianche, stanno letteralmente "lottando per la sopravvivenza".
In Italia - secondo la Coldiretti - solo nel 2007 si è registrata la perdita di 200mila alveari, mentre negli Stati Uniti la situazione è ancora più drammatica: in alcune aree la mortalità ha raggiunto picchi del 60-70%.
Nella Cina del boom economico e dell'inquinamento da carbone, le api sono scomparse per una percentuale vicina al 95 per cento: un'estinzione che ha costretto le autorità cinesi a delegare agli uomini il lavoro che prima svolgevano le api.
Come riporta il sito EXPO NET:
"(...) Le cause individuate sono plurime, ma col passare degli anni l'attenzione si è concentrata su tre tipi particolari di insetticidi che si definiscono neonicotinoidi, introdotti su larga scala proprio in coincidenza con l'inizio del verificarsi del Ccd. Questi vengono usati in agricoltura per la concia delle sementi di mais e di altre colture e agiscono sul sistema nervoso di insetti e parassiti. Un effetto che sembra riguardare anche gli insetti impollinatori, fondamentali per la sicurezza alimentare nel mondo e per la biodiversità visto che l'impollinazione garantisce la riproduzione di più dell'80 per cento delle specie vegetali tanto che si stima che il contributo economico che le api regalano al settore agricolo, secondo i dati dell'Unione mondiale per la conservazione della natura, sia pari a 22 miliardi di euro l'anno."
Alcune fonti vicine a WikiLeaks trovano in alcune multinazionali del Farmaco i diretti responsabili di quel che sta avvenendo. Dopo tutto la biodiversità è costantemente minacciata da esperimenti sul clima, esperimenti genetici, virus super resistenti, vaccini e sperimentazioni, utilizzo in agricoltura dei cosiddetti OGM-Organismi Geneticamente Modificati.
L'Uomo, a differenza di Dio, si diverte a giocare a dadi e non smette di rilanciare una volta di troppo finché il troppo rischia di storpiare.
Forse è il caso che la lucida follia di camici bianchi e doppio-petto venga contenuta, perché nessuno vuole essere padrone di un mondo di cadaveri e la Natura, quando si ribella, colpisce tutti.
Al di là delle questioni materiali che sembrano essere le uniche a far scattare il campanello d'allarme nei gabinetti del Potere, il problema è assai più esteso e coinvolge l'intero ecosistema. Se le Api scomparissero, umanità o no, si avvierebbe sul pianeta una reazione a catena in grado da sconquassare il delicato equilibrio che fa di Gaia il giardino divino che custodisce l'albero della Vita.
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