Esultare per una paralisi. Lo scontro epocale che ha ridotto la politica nella sedia a rotelle. C’è chi la chiama rivoluzione e gongola ma non si può governare e la maggioranza degli elettori è rimasta a casa.
Creato il 30 ottobre 2012 da Slasch16
Dopo l’abbuffata di titoli, ognuno figlio delle proprie preferenze, si dovrà pur fare delle considerazioni sul risultato elettorale della Sicilia.
Crocetta ha vinto ed il M5S è il primo partito ma nessuno ha i numeri per governare.
La cosa più sensata l’ho sentita dire da Crocetta: Niente inciuci, chiederò il voto sui singoli provvedimenti. Se mi boicottano si ritorna alle urne. La paralisi, appunto.
Cancellieri, il leader del primo partito: Siamo zitelle acide, niente alleanze. Pare non abbiano ancora capito che per governare un comune, una provincia, una regione o uno Stato ci deve essere una maggioranza assoluta o di coalizione altrimenti i vincitori risultano inutili come la maggioranza che non è andata a votare.
Per vedere all’0pera il M5S dovranno andare a votare all’infinito sino a quando non avranno il 51% e da quello che ho capito al primo partito della Sicilia manca ancora il 33% per arrivare all’obiettivo.
Una cosa è certa, per avere sempre ragione basta chiamarsi sempre fuori e criticare a 360°, tornerà utile al movimento procurerà molta visibilità, valanghe di titoli ma non servirà per decidere cosa fare delle migliaia di dipendenti della Regione Sicilia che ritirano lo stipendio grazie ad assunzioni clientelari.
Quando le cose si fanno complicate ci vuole il coraggio di chiedersi il, che fare?
Mi pare che la risposta più sensata, concreta, sia quella di Crocetta: chiederò il voto sui singoli provvedimenti, se mi boicottano si tornerà a votare. Ad oltranza, aggiungo io.
Intanto i vincitori morali delle elezioni siciliane rifiutano lo scudetto sul petto e quindi di prendersi le responsabilità che i loro elettori gli hanno affidato, partecipare alla champion la competizione più difficile: governare la Sicilia.
Si siederanno, come sempre, sulla sponda del fiume o del lago artificiale per osservare gli altri che remano per cercare di portare in salvo la barca siciliana.
Conteranno i colpi delle pale, l’armonizzazione dei canottieri ed osserveranno alla moviola qualsiasi errore certi che stando a guardare, loro, non ne commetteranno alcuno.
Saranno sempre i migliori ed i diversi come a Milano, intanto il lavoro sporco di portare avanti il Comune di Milano se lo cucca Pisapia, insieme alle critiche.
La considerazione più giusta sul risultato delle elezioni siciliane, prima della mia, è stata quella di Giannini di Repubblica: Sicilia, specchio di un paese ingovernabile.
Bersani esulta: Risultato storico. Qualcuno lo avvisi che la politica, con questo risultato, è sul letto di rianimazione, più di là che di quà.
Questa è la sostanza, il resto sono chiacchiere.
Una rivoluzione può chiamarsi rivoluzione se porta qualcosa di nuovo, che sia una rivoluzione borghese come quella francese o di ottobre come quella bolscevica abbatte i muri e mette in movimento le masse, non entro minimamente nel merito se sia l’uscita giusta o quella sbagliata, ognuno ha le sue opinioni, ma non può chiamarsi rivoluzione un movimento che porta alla paralisi.
Virtualmente si possono fare tante cose, piacevoli o spiacevoli, ma non si può governare. Al massimo si può avere l’impressione di cambiare le cose lasciandole come sono.
Tra il 52,6% di siciliani che non sono andati a votare ci sono, certamente, quelli che già da domani metteranno i bastoni tra le ruote di chiunque provi a cambiare le cose.
Si potranno tagliare le consulenze esterne, clientelari, ma qualcuno terminata la sbornia della presunta vittoria elettorale, mi vuole dire cosa si potrà fare con i 17.995 dipendenti ufficiali della Regione Sicilia?
Il movimento 5 stelle, Bersani, Crocetta, cosa cercheranno di fare per dare una risposta a questa situazione?
Crocetta ha provato a dare una risposta Niente inciuci, chiederò il voto sui singoli provvedimenti. Se mi boicottano si ritorna alle urne.
Il movimento 5 stelle, che doveva rivoluzionare tutto, ha dato la sua: Siamo zitelle acide, niente alleanze.
La sinistra alternativa? Non pervenuta e sono vent’anni che non arriva al traguardo.
E’ la deriva del populismo di destra e di sinistra, che prepara il terreno ai regimi. Come sempre.
Il 52,4% che non è andato a votare potrà dormire sonni tranquilli, non cambierà niente.
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