L’attacco è giunto improvviso verso le quattro e ci sono voluti i soliti tre quarti d’ora perché si attenuasse e potessi riprendere il mio beato sonno. Nel frattempo, per quanto possibile, ho cercato di leggermi un fumetto di Star Wars, senza peraltro riuscire ad andare oltre le prime tre-quattro pagine.
Passata la fase acuta dell’attacco e dopo avere consumato un paio di pacchetti di fazzoletti, mi sono steso per riprendere sonno, prima che la sveglia suonasse implacabilmente alle sei e venti, come ogni santo giorno.
In quel lasso orario di circa un’ora e mezza, ho fatto un sogno.
Il sogno non lo posso raccontare, non perché contenga particolari scabrosi (anzi, trattavasi di sogno pudico pudico…), ma perché svelerebbe troppi particolari sulla mia vita.
Al mattino mi sono svegliato un po’ rintronato ma tutto sommato abbastanza felice.
Perché felice?
Perché il mio è stato uno di quei sogni non rivelatori, ma – oserei dire – confermatori.
Un sogno nel quale il mio subconscio ma ha lanciato un chiaro messaggio. E’ come se mi avesse detto: “Ecco, questa è la tua situazione, che peraltro tu già conosci, ma io te la confermo comunque, così non puoi fare finta di niente“.
Ma il mio subconscio non si è fermato qui.
“Io ti propongo una soluzione. – ha continuato – Per me questa è l’unica possibile, date le condizioni di partenza. Se ne hai altre, trovale, ma ne dubito“.
E la soluzione che mi ha trovato il mio subconscio è stata particolarmente piacevole.
Per cui mi sono detto: non tutti gli starnuti vengono per rompere le palle!
Pare che solo ora il mondo si stia accorgendo di quali e quante nefandezze accadano sulla Terra. Meglio tardi che mai. Ma chi farà un po’ di pulizia? Cioè, chi potrà scagliare la prima pietra?