- Costi ridotti: gli ETF sono meno costosi dei fondi comuni tradizionali
- Diversificazione e riduzione dei rischi: gli ETF consentono di diversificare, evitando di concentrare l’intero investimento in un unico titolo.
- Trasparenza: gli ETF offrono un grado elevato di trasparenza circa le partecipazioni che compongono il portafoglio, i rendimenti e i costi.
- Flessibilità: la gamma degli ETF disponibili è molto ampia e in continuo ampliamento.
- Accessibilità: gli ETF si possono acquistare e vendere in Borsa, come avviene con le azioni di una società quotata, attraverso una banca o un intermediario abilitato.
Ma investire in un ETF obbligazionario o in singoli titoli non è proprio la stessa cosa e ora vedremo il perché.
Con la singola obbligazione, e nell’ipotesi di detenerla fino a scadenza, si ha la certezza di ricevere un rendimento già conosciuto al momento dell’acquisto (a meno di eventuali default) e quindi si può ignorare la volatilità del prezzo dell’obbligazione durante la sua vita, vantaggio assente per l’investitore nell’ETF.
Di contro, l’ETF obbligazionario, a fronte di un rendimento medio a scadenza conosciuto come l’obbligazione (lo Yield to maturity), offre all’investitore la possibilità di ottenere un portafoglio obbligazionario diversificato e la possibilità di avvantaggiarsi/svantaggiarsi delle variazioni dei tassi di interesse.
Questo avviene perché con i singoli titoli la durata finanziaria dell’investimento si riduce nel tempo fino ad azzerarsi alla data di scadenza, mentre con l’ETF obbligazionario la durata finanziaria media viene mantenuta pressochè costante attraverso operazioni di sostituzione dei titoli che si avvicinano a scadenza con quelli di nuova emissione.
Ma le cose stanno per cambiare perché, e vi do una ghiotta anticipazione carpita a margine di un recente convegno, stanno per sbarcare sul mercato europeo dei nuovi ETF obbligazionari che offrono attraverso una singola operazione di acquisto l’accesso ad un portafoglio diversificato di obbligazioni che scadono in uno specifico anno.
Vediamo in dettaglio quali sono le caratteristiche di questi nuovi ETF:
- Scadenza definita, per cui l’esposizione al rischio tassi di interesse diminuisce all’avvicinarsi della scadenza, come per i singoli titoli obbligazionari
- Rendimento ottenibile a scadenza conoscibile ogni giorno
- Diversificazione dell’esposizione a diversi emittenti, settori, paesi con un unico strumento quotato
- Distribuzione mensile delle cedole maturate dai bond sottostanti
Negli ultimi 12 mesi, man mano che le obbligazioni sottostanti giungeranno a scadenza, l’ETF investirà in strumenti del mercato monetario e al 31 marzo dell’anno di scadenza distribuirà il valore totale degli asset detenuti e verrà delistato.
In pratica questi ETF scadranno come un’obbligazione, si negozieranno come un’azione e offriranno diversificazione come un fondo.
Attualmente gli ETF di questo genere quotati sul mercato americano offrono l’esposizione ad un paniere di obbligazioni corporate di buona qualità (con esclusione dei titoli finanziari) aventi scadenza nel 2016, 2018, 2020 e 2023. Il costo di gestione è minimo, intorno allo 0,10% annuo.
Ancora qualche mese di pazienza e saremo in grado di alzare definitivamente il velo e vedere nel dettaglio le caratteristiche di questi strumenti che verranno quotati per la distribuzione in Europa e che si prospettano estremamente interessanti per gli investitori privati che desiderano piazzare una parte dei propri asset su un portafoglio diversificato di obbligazioni realizzato con estrema semplicità e costi irrisori.
Affronteremo i dettagli di questi nuovi ETF (e moltissime altre questioni di grande importanza) in occasione del seminario INVESTIRE IN OBBLIGAZIONI che condurrò personalmente a Reggio Emilia il prossimo sabato 14 dicembre 2013, seminario per il quale abbiamo anche aggiornato sia i contenuti che la newsletter ad esso collegata .. non mancare !!
Michele Colosio