L'indicazione dello stabilimento di produzione sulle confezioni alimentari era obbligatoria in Italia fino al 13 dicembre dello scorso anno, quando sono state promulgate le norme europee sulle etichette alimentari che, pur introducendo e rendendo ineludibili una serie di indicazioni sulla composizione degli alimenti in vendita, non prevedevano però l'obbligatorietà della indicazione sulla origine geografica delle materie prime, né sulla ubicazione degli stabilimenti di lavorazione e confezionamento.
Da ieri invece, almeno per quanto riguarda il nostro territorio nazionale, è stata ripristinata l'obbligatorietà di una tale indicazione:
il provvedimento, annunciato ieri in un comunicato della Coldiretti, risponde alle aspettative della maggior parte degli italiani, addirittura l'87% ed ha fondamentalmente lo scopo di tutelare l'autentico made in Italy dai falsi, che si spacciano per tali.
D'altro canto l'indicazione dello stabilimento di provenienza non contiene ancora l'obbligo di indicare l'origine geografica delle materie prime, cosa che invece incontrerebbe le aspettative di ben il 96,5% dei consumatori italiani secondo la valutazione Coldiretti.
La normativa europea, per parte sua, consente ai singoli stati membri un margine di discrezionalità sulla regolamentazione relativa alla indicazione dell'origine degli alimenti se i cittadini esprimono parere favorevole sulla obbligatorietà di tali informazioni, considerandole rilevanti ai fini della valutazione di qualità e delle proprie scelte alimentari.