DAL 13 DICEMBRE UN REGOLAMENTO UE TOGLIE L’OBBLIGO DI INDICARE SULLE CONFEZIONI LO STABILIMENTO DI LAVORAZIONE DEGLI ALIMENTI. Un regalo alle multinazionali. Che rischia di danneggiare le aziende nostrane. E di aiutare i cloni del made in Italy. Dal 13 Dicembre le etichette degli alimentari saranno ancora meno chiare di quanto non lo siano già. L’Europa toglie l’obbligo di indicare sulle confezione persino lo stabilimento di lavorazione dei prodotti. Per i consumatori sarà praticamente impossibile riuscire a capire l’origine dei prodotti che finiranno sulle loro tavole. Già oggi la normativa fa acqua da tutte le parti, le etichette non sono chiare, e anzi, spesso il packaging induce in errore i consumatori, come nel caso, evidenziato da un’ottimo servizio delle Iene di cui abbiamo parlato nelle settimane scorse, del pomodoro cinese, coltivato in Cina, dove le leggi consentono l’uso di pesticidi proibiti in Europa, ed importato, sotto forma di “concentrato” da aziende italiane ed europee, che lo pongono sul mercato facendo credere che si tratta di un prodotto nazionale. Molte associazioni di consumatori, oltre che medici, nutrizionisti, e tutte le persone dotate di un briciolo di buon senso, più volte hanno chiesto un’etichettatura più chiara, precisa, che indicasse non solo dove il prodotto viene confezionato, ma anche dove è stato prodotto, e tutti gli eventuali “passaggi di mano”. La cosiddetta “tracciabilità”. Ebbene, l’Europa ha deciso di andare nella direzione OPPOSTA.
Sull’alimentazione c’è poca informazione, da parte dei mass media, mentre sul web è ampia ed in crescita la comunità dei blogger e dei lettori che affrontano il tema, e cercano di migliorare le proprie abitudini alimentari. Ma da parte delle istituzioni, sia nazionali che europee, non c’è nessun “aiuto”, al contrario come potete vedere, si incentivano scelte malsane con leggi assurde.
Redatto da Pjmanc http://ilfattaccio.org