Etiopia /Dove la metà delle donne ancora oggi muore di parto

Da Marianna06

 

In Etiopia la situazione delle donne gestanti e partorienti è molto più complessa e rischiosa delle omologhe del Ghana.

Il sistema sanitario etiopico( è un dato di fatto) è assolutamente carente di strutture e di strumentazioni adeguate.

Il che espone le donne,tutte le donne, senza scampo, ad alti rischi prima, durante e dopo la gravidanza.

Da inchieste fatte da molteplici organizzazioni umanitarie oltre che dallo stesso  Ethiopia Demographic and Health Survey (Edhs) e, prima ancora, dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), è emerso che soli l’1% delle donne partoriscono assistite da un medico qualificato, perché ogni medico ha in media 2500 persone da seguire.

Nelle zone rurali dell’Etiopia, poi , risiede l’83% degli 87 milioni di  abitanti dell’intero Paese.

Questo significa che, se nelle aree urbane il 45% delle nascite è assistito da personale qualificato, ciò in proporzione avviene solo nel 3% dei casi nelle cosiddette aree rurali.

Infatti, circa 25 mila sono le donne che muoiono lì per complicazioni da parto ma almeno 500 mila subiscono e portano con sé pesanti disabilità a lungo termine per le gravidanze.

Una cifra agghiacciante ci dice, proprio per dare un’idea della gravità della cosa, che  nel solo 2011 sono state 676 le morti registrate ogni 100 mila bambini nati vivi.

Le cause più comuni e frequenti di morte sono : aborti spontanei, emorragie post-partum, rottura dell’utero e sepsi puerperali.

Cosa aspettano allora, io mi chiedo, i nostri giovani medici, specie quelli freschi di laurea, a offrirsi,sia pure per un limitato periodo di tempo,allo scopo di prestare  un  po’ di servizio volontario laggiù ?

Sono esperienze professionali e umane che andrebbero fatte, a parere mio,  da tutti i nostri medici. Ne scaturirebbe senza dubbio una maggiore umanizzazione dell’esercizio della loro professione anche” a casa nostra”.

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)