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La zona vinicola
L'Etna è il vulcano più attivo e grande d'Europa e si caratterizza per le sue continue ma comunque non esplosive eruzioni. Questo fa si che ogni due o tre anni circa, il vulcano espella dal sottosuolo materiali ricchi di silicio e minerali di cui la vite si nutre e fornisca al vino proprietà organolettiche importanti e spesso particolari.
Con le sue continue eruzioni modifica incessantemente il paesaggio e la composizione dei terreni.
Inizialmente per circa 30.000 anni le eruzioni si alternarono tra quelle di tipo esplosivo a quelle con lava molto fluida, che caratterizzano le eruzioni odierne meno pericolose e con lunghe colate.
La lava, che contiene questi elementi, oggi è di tipo viscoso basaltico.
Le vigne sono coltivate su terreni sabbiosi di origine vulcanica, e sono coltivate qui da tempo immemorabile. I ritrovamenti di monete del V secolo a.C. e le parole del poeta Teocrito due secoli più tardi testimoniano la tradizione antica di questi vini, infatti l'area fu la prima ad ottenere il riconoscimento DOC in Sicilia.
Il clima temperato e le estati lunghe.
La coltivazione nella zona risale a 3000 anni fa, e subì una svolta epocale con i Greci, che per primi modificarono i sistemi si allevamento con il metodo dell'alberello, trasformando così la natura strisciante della pianta a forme di espansione verticale, aumentandone notevolmente la produzione. Inoltre furono i primi a cominciare le selezioni dei vitigni a seconda delle qualità e delle produzioni.
I vitigni rossi
Generalmente usati per i tagli, trovano nei terreni di origine vulcanica la possibilità di rendersi protagonisti.
Il Nerello Mascalese è più diffuso del suo parente, matura molto tardi ed è dedicato a lunghi invecchiamenti. Coltivato su terreni di sabbie vulcaniche, ha gli acini rosso chiaro e come alcuni famosi nobili soffre di una forte sensibilità all'annata.
La sua origine può farsi risalire alle fondazioni delle città di Messina, Catania e Mascali, con la città di Naxos, fondata nel 734 a.C. a fare da raccordo.
Ma è con l'Impero Romano che la vite Nerello conosce la sua commercializzazione globale, e si ricordano il “Tauromenitanum e il Mamertinum” - vini messinesi prediletti da Cesare - e il “Catiniensis e l'Adrumenitanum” dell'Etna.
Il Nerello Cappuccino deve il suo nome alla sua forma a cappuccio o a mantello. Negli ultimi decenni la sua diffusione si è molto contratta fino a portarlo sull'orlo dell'estinzione. Oramai è coltivato solo in provincia di Messina, Catania e in qualche terreno calabrese. È vigoroso e di maturazione media, con grappoli e acini di media grandezza. Rotondi, dalla buccia pruinosa.
L'Etna DOC rosso
È riservato alla produzione di vini bianchi, rossi e rosati nei territori della provincia di Catania.
Nella produzione dei rossi sono autorizzate le uve Nerello Mascalese in proporzione del 80% e Nerello Cappuccino per il 20% nell'assemblaggio. Possono concorrere per un massimo del 10% anche le altre uve a bacca bianca non aromatiche autorizzate nella regione per un massimo del 10%.
Le rese massime autorizzate sono fissate a 9 tonnellate per ettaro, e le uve devono garantire un titolo alcolometrico di almeno 12% vol per i rossi.
Il vino ha colori rosso rubino con leggere sfumature granata nell'invecchiamento. I profumi sono vinosi, gradevoli e intensi, con gusti asciutti e pieni, caldo e armonico dispone di una struttura robusta. Il vino ha profumi di frutti rossi di bosco, speziati e complessi.
A tavola si trova in accordo con i primi piatti saporiti e le carni rosse grigliate, piatti elaborati per questi vini nobili.
Le aziende
I vini sono eleganti, nobili, con sensazioni olfattive uniche che hanno conquistato i cinque grappoli dall'Associazione Italiana Sommelier.
L'Etna Rosso Vigneto Guardiola del 2004 ne è un esempio; vinificato dal 100% di Nerello Mascalese ha un colore rubino scuro, con un naso potente e caldo che sprigiona profumi di erbe aromatiche, lavanda, frutti con sentori ferrosi e mentolati, con il finale speziato e lungo.
Il palato pieno e sapido è dotato di struttura tannica equilibrata e vivace. Viene invecchiato 18 mesi in barrique e tonneaux da 500 litri prima di essere degustato con l'agnello al vino e salsa di menta.
Sempre dal Nerello Mascalese il Rosso Feudo di Mezzo mantiene i colori del Guardiola ma con profumi di fragola, viola e mirto, su note minerali alla grafite su un letto di erbe aromatiche. Al palato ha una leggera tannicità, ancora in evoluzione ma con una nobilta che rasenta un grande Pinot Nero. Subisce gli stessi invecchiamenti del Guardiola prima di incontrare il pollame aromatizzato alle erbe e i piccioni al rosmarino.
Sempre dal Nerello Mascalese dal vigneto Calderara Sottana ecco un vino dal rosso rubino spesso, dai profumi fruttati e floreali con sottofondi ferrosi tipici del vulcano. Al palato risulta fresco ed equilibrato, da servire con i fegatelli e le salsicce al forno con cipolle. Anche lui subisce gli stessi invecchiamenti dei suoi fratelli.
L'Azienda Vinicola Etna Rocca d'Api vinifica a Zafferana Etnea il Rosso di colore rubino, con intensi aromi speziati e di bosco. In botte solo 4 mesi per le carni grigliate e primi piatti elaborati.
La Cantina Murgo produce un rosso sapido, armonico e dalla persistenza tipica che sprigiona sentori speziati al chiodo di garofano e pepe nero. Da associare alla carne saporita elaborata e primi piatti importanti.
Grasso Filippo vinifica l'Etna Rosso con gusti asciutti e pieni, ben tannico, con invecchiamenti solo in acciaio. Da osservare anche la Cantina Frazzitta, per le future produzioni.