Etna Comics: il Potere della Fantasia (Parte II)

Creato il 29 settembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Si è chiusa tra gli applausi e tanta voglia di ritornare l’anno prossimo l’Etna Comics, la fiera del fumetto più grande di Sicilia. L’evento ha visto la presenza di ospiti illustri tra fumettisti e voci note del campo che si sono messi a disposizione del pubblico con grande entusiasmo. Una fiera del fumetto che, per essere alla sua prima edizione, complessivamente se l’è cavata. Certo, per il prossimo anno sarà necessaria qualche rifinitura, si spera inoltre che pian piano si ingrandisca, offrendo molto di più rispetto a quanto presentato quest’anno, ma in linea di massima, il risultato non ha affatto deluso. Colpiscono istantaneamente, appena entrati, il caldo e l’afa che hanno caratterizzato l’intera fiera, con un unico, piccolo, angolo di paradiso rappresentato dalla sala conferenze: il solo spazio dotato di condizionatore in tutto l’immenso complesso di due piani. Non è un caso infatti, che domenica, alla fine del concerto di Giorgio Vanni, gli organizzatori siano stati accolti con grida di giubilo all’annuncio che il prossimo anno tutto l’edificio sarà attrezzato di condizionatori. Appena entrata faccio un giro degli stand e scopro con piacere che molti sono dedicati agli oggetti in fimo, un tipo di materiale simile al dodo con cui si giocava da piccini e che permette la creazione di numerosi e originali accessori: dalle collane ai portachiavi, dagli orecchini ai portagioie. Stand piuttosto colorati e allegri che però occupano un po’ troppo la scena, considerando si tratti di una fiera del fumetto e non dell’artigianato. Con mio grande rammarico devo ammettere che lo spazio dedicato ai fumetti è stato relativamente piccolo e la mancanza si è sentita. Per fare solo un esempio: centinaia di copricapo di Naruto venduti, ma a stento si riesce a trovare una spilletta di Corto Maltese, classico che neanche la sezione fumetti della Feltrinelli si permette di ignorare. In compenso si è destinata un’area di circa 3 postazioni medie solo a dolci e caramelle che, tra l’altro, è un miracolo non si siano liquefatti. Che affare!

Dopo la mia breve perlustrazione, mi dirigo verso l’area conferenze, per ascoltare l’intervento del maestro Vince Tempera e il paroliere Luigi Albertelli, storici creatori di sigle animate tra cui: “Goldrake”, “Ape Maia”, “Capitan Harlock”, “Daitarn 3”, “Remì le sue avventure”, “Anna dai capelli rossi” e molte altre. Si comincia con un breve excursus delle loro carriere, non privo di aneddoti e battute divertenti che tengono vigile il pubblico in sala. Così, vengo a scoprire che alcune delle loro migliori sigle sono state realizzate ad occhi chiusi. Vengo e mi spiego. Quando Tempera e Albertelli venivano chiamati a comporre la sigla di quei cartoni, non avevano quasi mai la più pallida idea della storia che c’era dietro, vedevano solo qualche puntata (in giapponese tra l’altro, quindi senza capirci niente) e si inventavano musiche e parole. Ad esempio, per citare un caso, la sigla di “UFO Robot” nasce dalle prime note della famosa colonna sonora del film “Rocky”. Il maestro Tempera racconta che, mentre strimpellava al pianoforte la parte iniziale della tromba, Albertelli immediatamente si intromise canticchiando la famosissima intro “UFO Robot, UFO Robot”, mentre il resto delle parole fu inventato un po’ a casaccio. Chi l’avrebbe mai detto che un mito potesse nascere così?

Subito dopo devo correre e lasciare a malincuore senza risposta, alcune delle domande poste dal pubblico, perché nell’area workshop sta già iniziando il laboratorio di doppiaggio intitolato “Doppio anch’io”, con l’intervento di Fabrizio Mazzotta doppiatore di Krusty il Clown (I Simpson), Puffo Tontolone (I Puffi), Eros (C’era una volta… Pollon) e altri. Arrivo, ma già inizio a sentirmi male per la calca assurda creatasi in appena 4 metri quadri di spazio, nel bel mezzo di una struttura senza nessuna finestra aperta in vista. Spingo, mi difendo dalle gomitate e, finalmente, riesco a cogliere un filo del discorso e una voce, resa quanto mai familiare dagli anni di esperienza davanti i cartoni animati. Mazzotta inizia a raccontarci il suo lavoro. Per trovare la massima concentrazione, svolge il suo lavoro in perfetta solitudine, anche se in compagnia del simpaticissimo Clown della famosa serie. Alla domanda se si diverte a doppiare Krusty, risponde svelando che per quanto sia un personaggio simpatico, lui si ritrova a doppiare le puntate in maniera disparata senza seguire un senso logico, quindi, il divertimento preferisce rimandarlo a quando, tornato a casa, si ritrova a riascoltarsi, stupendosi dei suoi stessi risultati. Qualcun altro chiede cosa bisogna fare per diventare doppiatori come lui e il consiglio è questo: frequentare un buon corso di dizione, di recitazione e se si vuole, anche di doppiaggio; ma i primi due a lui sono bastati. A un certo punto, per dimostrare quanto un lavoro da professionista non possa essere mai qualcosa di improvvisato, ma richieda tanta preparazione oltre ad una predisposizione naturale, un ragazzo del pubblico viene chiamato a fare una prova di doppiaggio insieme a lui e la differenza fa sorridere tutti.

Sono ormai le sei del pomeriggio e decido di salire al piano superiore, a quanto pare dedicato interamente ai giochi, con una piccola area tutta legata al Giappone. E sorpresa delle sorprese, scopro che hanno pure un’area per i piccini, colorata e piena di giochi, ma che, a quanto ho potuto vedere, rimane poco frequentata anche se l’idea è senz’altro apprezzabile. Mi avvicino alle scacchiere, ma da ignorante in materia vado oltre, verso la postazione dei videogiochi, che trovo non molto fornita, a dire il vero. Lì accanto incontro un signore giapponese molto simpatico con il suo espositore di spade; mi ferma e quasi mi costringe a fare una foto con la spada che preferisco. Un personaggio molto strano, ma alla mano. Alle sue spalle si estende una vasta fornitura di videogiochi, dvd e gadget di vari cartoni animati e film famosi: si vedono tra gli altri Leela di “Futurama”, Stewie de “I Griffin” e svariati oggetti di “Star Wars”. Ma ecco l’altoparlante che annuncia il concerto imminente. Sì, sabato si sono proposti sul palco Vince Tempera e Luigi Albertelli con lo spettacolo musicale “Vince sempre Goldrake”. Uno show quanto mai elettrizzante e pieno di vecchi ricordi, come d’altra parte è successo poi la sera successiva, con Giorgio Vanni come protagonista; la celebre voce insieme a Cristina D’Avena di mitiche sigle che hanno attraversato generazioni di appassionati. Alcuni nomi: “Dragon Ball”, “Detective Conan”, “Naruto”, “Keroro”, “Gundam Wing”, “I Cavalieri della Zodiaco” e “Pokemon”, solo per citarne alcuni. Un concerto di chiusura che ha visto una grande partecipazione di fan e cosplayer, alcuni dei quali sono stati persino invitati a salire sul palco tra gli applausi divertiti degli spettatori.

Ma domenica non è stato solo il giorno del concerto di chiusura dell’evento. La giornata è iniziata come la precedente con la sola differenza che in giro era possibile incontrare molti più cosplayer, questo perché nel pomeriggio si è avuta la sfilata e la premiazione dei costumi migliori. In quel caldo assurdo, i disegnatori invitati per l’evento, si sono impegnati straordinariamente per dare vita ad opere di tutto rispetto, che nel pomeriggio sono state messe all’asta per beneficenza; oltre ai tantissimi disegni richiesti dai visitatori che hanno avuto l’opportunità di tornare a casa con il ritratto del proprio personaggio preferito, realizzato davanti ai loro sguardi quasi ipnotizzati. Tra le conferenze segnalo “Icomics”, presieduta da Andrea Olimpieri e “Il concept design per il gioco, il cinema, i cartoni” con Emiliano Santalucia (concept designer per la Hasbro). La prima si è incentrata sulla presentazione della rivista Icomics realizzata e curata dalla Scuola Internazionale di Comics di Roma. Lo scopo di questo progetto è di introdurre i giovani studenti dell’accademia nel mondo del lavoro, evitando i così frequenti casi di sfruttamento di cui i giovani, appena finita la loro formazione, sono facile preda. La rivista ha inoltre lo scopo di autopubblicizzare la scuola che già dal 1979 offre la possibilità di acquisire competenze necessarie se si vuole lavorare in questo campo. La seconda conferenza, invece, si è incentrata sul concetto di Graphic Designer: una figura professionale che ha il compito di sviluppare disegni o illustrazioni su commissione, fornendone un’idea iniziale che poi verrà elaborata e modificata dall’azienda in base a valutazioni successive. Emiliano Santalucia ha inoltre presentato il libro “The Power and the Honor Foundation”, volume che contiene illustrazioni e foto mai viste prima, risalenti alle origini della serie “He-Man and the Masters of the Universe”. Tale opera ha potuto vedere la luce grazie ad Emiliano Santalucia e altri quattro soci che hanno dato vita a questa fondazione il cui obiettivo è quello di poter raccogliere quanto più materiale possibile della saga per poterne capire meglio le origini. Subito dopo quest’ultima conferenza, non mi è rimasto altro che scattare ancora qualche foto ai miei cosplayer preferiti prima di andare a cantare insieme a Giorgio Vanni le canzoni che hanno caratterizzato l’infanzia di decine di migliaia di bambini.


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