Etnicità 34. Il caso: la formazione dell’Ucraina e della Russia (parte 3).

Creato il 06 settembre 2014 da Davide

L’Ucraina dal 1800 alla Rivoluzione Bolscevica


Nel XIX secolo, l’Ucraina era una zona rurale in gran parte ignorata dalla Russia e dall’Austria. Dopo che l’Ucraina e la Crimea divennero membri dell’Impero russo nella guerra russo-turca (1768-1774), si verificò una notevole immigrazione tedesca incoraggiata dalla zarina Caterina la Grande e dei suoi immediati successori. L’immigrazione di tedeschi ed altri europei fu incoraggiata per assottigliare popolazione turca precedentemente dominante e incoraggiare un uso più completo dei terreni agricoli. A partire dal XIX secolo, ci fu una migrazione continua dall’Ucraina verso le aree lontane dell’Impero russo come la Siberia e l’Asia Centrale. Nel XIX secolo fermenti indipendentisti, partiti nazionalisti e socialisti ucraini trovarono benevolo riparo nella Galizia austriaca.
Nella I Guerra mondiale 3,5 milioni di ucraini combatterono con l’esercito imperiale russo, mentre 250.000 combatterono per l’esercito austro-ungarico. Durante la guerra, le autorità austro-ungariche crearono la Legione ucraina per lottare contro l’Impero russo. Questa legione era il fondamento dell’esercito della Galizia ucraina che combatté contro i bolscevichi e polacchi nel periodo post-guerra mondiale (1919-1923).
La Rivoluzione Russa del 1917 pose fine all’Impero della Russia e portò alla nascita dell’Unione Sovietica sotto i bolscevichi e alla successiva guerra civile in Russia. Un movimento nazionale ucraino per l’autodeterminazione con pesante influenza comunista e socialista riemerse. Un movimento anarchico, chiamato l’Esercito Nero guidato da Nestor Makhno, si sviluppò nel sud dell’Ucraina durante la guerra civile. Durante il 1917-1920, diversi stati ucraini separati ebbero breve vita: la Repubblica Popolare Ucraina, l’Atmanato, il Direttorato e la Repubblica Socialista Sovietica dell’Ucraina (o Ucraina sovietica, pro-bolscevica) si stabilirono successivamente sui territori ucraini dell’ex Impero russo; mentre la Repubblica Popolare Ucraina dell’Ovest e la Repubblica Hutsul emersero brevemente nell’ex territorio austro-ungarico. Era la prima volta che l’Ucraina prendeva forma politica statale ed esisteva seppure per soli tre anni.

La Guerra civile tra Armate Rosse e Armate bianche nella regione del Mar Nero

L'Ucraina nel 1920

La Polonia sconfisse l’Ucraina occidentale nella guerra polacco-ucraino, ma fallì contro i bolscevichi nell’offensiva contro Kiev. Secondo la Pace di Riga conclusa tra i sovietici e la Polonia, l’Ucraina occidentale fu ufficialmente incorporata nella Polonia, che a sua volta riconobbe la Repubblica Ucraina Sovietica Socialista nel marzo 1919. Con instaurazione del potere sovietico in Ucraina, la regione perse metà del suo territorio: la Galizia orientale fu data alla Polonia, le paludi della regione di Pripyat alla Bielorussia, la metà della Ucraina Sloboda e frange settentrionali della Severia passarono in Russia, mentre sulla riva sinistra del fiume Dniester venne creato uno stato moldavo autonomo.
La guerra in Ucraina continuò per altri due anni; nel 1921, tuttavia, la maggior parte dell’Ucraina era stata annessa dall’Unione Sovietica, mentre Galizia e Volinia (Ucraina occidentale) furono incorporate nella Polonia indipendente. La Bucovina fu annessa dalla Romania e la Rutenia dei Carpazi, con la mediazione degli Stati Uniti, divenne membro autonomo della Repubblica cecoslovacca.

L'espansione della Russia (1809 - 1945)


Un potente movimento nazionalista ucraino clandestino, sotto la guida dell’Organizzazione Militare Ucraina e dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN), sorse in Polonia tra il 1920 e il 1930 a causa delle politiche nazionali polacche in Ucraina occidentale.
Poiché molti cosacchi del Don (zone di Rostov, Volgograd, e Voronezh nella Federazione Russa, di Luhansk in Ucraina) combatterono con le armate bianche (fedeli al defunto zar e anti-bolsceviche), la vittoria dei bolscevichi portò a una decosacchizzazione (Raskazachivaniye) con confisca delle terre. Nell’ottica dei bolscevichi, i cosacchi erano assimilati ai kulaki.

Durante il 1919 e il 1920, su una popolazione di circa 1,5 milioni di cosacchi del Don, il regime bolscevico ne uccise o deportò circa 300.000 – 500.000.” (Michael Kort)

La guerra civile che alla fine aveva portato il governo sovietico al potere, devastò l’Ucraina lasciando oltre 1,5 milioni di morti e centinaia di migliaia di senzatetto. Inoltre, l’Ucraina sovietica dovette affrontare la carestia del 1921.
Alla fine, l’Ucraina divenne un membro fondatore dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e dell’Unione Sovietica nel dicembre 1922. Vedendo un’Ucraina esausta, il governo sovietico fu molto flessibile nel corso degli anni 1920 spingendo per una ucrainizzazione della cultura come parte del progetto sovietico di Korenisazione (politiche di indigenizzazione), una politica che fu bruscamente rivista da Stalin negli anni Trenta. I comunisti privilegiavano proletariato industriale, maggioritario nelle città, dove i russi dominavano. Il lavoratore tipico era più attaccato alla identità di classe che di etnia. Anche se ci furono episodi di attrito etnico tra i lavoratori (oltre agli ucraini e russi c’erano molti polacchi, tedeschi, ebrei e altri nel mondo del lavoro ucraino), i lavoratori industriali avevano in larga misura già adottato la cultura e la lingua russa. Alla fine degli anni Venti l’Ucraina entrò nel progetto di Industrializzazione sovietica.
L’industrializzazione ebbe un costo pesante per i contadini, in particolare i kulaki, demograficamente la spina dorsale della nazione ucraina. La categoria dei kulaki nacque nel 1906, con la riforma zarista agraria di Pëtr Stolypin e la distribuzione delle terre. Essa prevedeva che le terre dello stato potessero essere assegnate ai contadini, ma solo attraverso un pagamento. In questo modo i contadini poveri peggiorarono ulteriormente le loro condizioni di vita perché non poterono più accedere alle terre comuni per bisogni quali il pascolo, la legna, i frutti della natura e la caccia. La riforma creò in Russia una divisione tra i contadini, suddividendoli in 1) contadini poveri (bednyaks), i contadini medi proprietari (serednyaks) e i contadini ricchi (kulaki). Il comunismo di guerra – varato da Lenin dopo la presa di potere dei bolscevichi nell’ottobre del 1917 – comportava, tra le altre misure, la requisizione forzata di tutto il grano eccedente le necessità di sopravvivenza e di semina del contadino. Il provvedimento colpì in particolare la classe dei kulaki. Nel marzo del 1921 il comunismo di guerra fu accantonato per essere sostituito dalla Nuova politica economica (NEP), che reintroduceva elementi di profitto individuale e di libertà economica. Le requisizioni forzate di grano cessarono, per essere sostituite da un’imposta in natura; inoltre il contadino aveva la possibilità di vendere le proprie eccedenze. Questi provvedimenti favorirono la ripresa del ceto dei kulaki.
Inizialmente Stalin era favorevole ad una prosecuzione della NEP. Nel 1927, però, in occasione di una crisi agricola, Stalin ripristinò le misure sulla requisizione di cereali tipiche del comunismo di guerra e intraprese una dura campagna propagandistica contro i kulaki. La pianificazione integrale dell’economia portò alla collettivizzazione forzata delle terre, utilizzata come metodo per trasferire ricchezza dall’agricoltura all’industria: le terre vennero unificate in cooperative agricole (Kolchoz) o in aziende di stato (Sovchoz), che avevano l’obbligo di consegnare i prodotti al prezzo fissato dallo stato. I contadini, compresi i kulaki, si opposero fermamente alla collettivizzazione, nascondendo le derrate alimentari, macellando il bestiame ed anche utilizzando le armi. Stalin reagì ordinando sistematiche eliminazioni fisiche e deportazioni di massa nei campi di lavoro per mezzo di truppe regolari e polizia segreta (NKVD poi KGB). Coloro che resistettero furono arrestati e deportati e l’aumento delle quote di produzione fu tutto sui contadini. La collettivizzazione ebbe un effetto devastante sulla produttività agricola. Poiché i membri delle fattorie collettive non erano autorizzati a ricevere il grano finché fossero soddisfatte quote talvolta irrealistiche, la fame in Unione Sovietica divenne normale. Questi provvedimenti colpirono milioni di contadini in maggioranza kulaki.

Per eliminare i kulaki come classe non è sufficiente la politica di limitazione e di eliminazione di singoli gruppi di kulaki [...] è necessario spezzare con una lotta aperta la resistenza di questa classe e privarla delle fonti economiche della sua esistenza e del suo sviluppo. (Josif Stalin).

Nel periodo 1932-33, vi furono milioni di morti di fame in una carestia nota in Ucraina come Holodomor o “Grande Carestia”. Le successive purghe di Stalin alla fine degli anni Trenta distrussero buona parte della elite culturale ucraina.

La seconda guerra mondiale

Dopo l’invasione della Polonia nel settembre del 1939, nazisti e sovietici si divisero il territorio della Polonia. Così, Galizia orientale e Volinia con la loro popolazione ucraina vennero riunite con il resto dell’Ucraina. Per la prima volta dopo la Rus’ di Kiev dell’Alto Medioevo l’Ucraina geografica era unificata. Nel 1940, la Romania cedette la Bessarabia e la Bucovina settentrionale in risposta alle richieste sovietiche. La Repubblica socialista sovietica ucraina incorporò i distretti settentrionali e meridionali della Bessarabia, la Bucovina settentrionale e la regione Hertsa, ma cedette la parte occidentale della Repubblica socialista sovietica autonoma moldava che divenne la nuova Repubblica Socialista Sovietica Moldava. Tutte questi acquisti territoriali ucraini dovuti alla vittoria sovietica nella II Guerra mondiale furono riconosciute a livello internazionale dai trattati di pace di Parigi del 1947. Anche se la maggioranza degli ucraini combatté nella Armata Rossa, in Ucraina occidentale apparve il movimento Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA, 1942), anti-sovietico (ma anche anti-nazista e anti-polacco). Inizialmente fu creato come forza del governo ucraino in esilio, ma presto cadde sotto l’influenza del movimento clandestino nazionalista (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, OUN) che si era sviluppata in Polonia tra le due guerre come reazione radicale alla politica polacca contro la minoranza ucraina. L’UPA supportato dall’OUN dichiarò come obiettivo la restaurazione di uno Stato ucraino indipendente (che era sorto brevemente nel 1919-21) sul territorio con la maggioranza etnica ucraina, anche se questo fu motivo di conflitto con la Germania nazista. Tuttavia a volte l’ala Melnyk dell’OUN si alleò con le forze naziste. Alcune divisioni UPA effettuarono massacri di polacchi etnici. Dopo la guerra l’UPA continuò a combattere l’Unione Sovietica fino al 1950, usando tattiche di guerriglia, assassini mirati e il terrorismo contro coloro che erano percepiti come rappresentanti, o collaboratori a qualsiasi livello dello Stato sovietico.
Durante la seconda guerra mondiale, i cosacchi del Don costituirono la più grande concentrazione unica di cosacchi all’interno dell’esercito tedesco, il XV Corpo di Cavalleria delle SS Cosacche. Il XV Corpo di Cavalleria delle SS cosacche includeva la 1 ° Divisione cosacca e la 2 ° Divisione cosacca . Anche l’Esercito di liberazione Ucraina, un altro movimento nazionalista, combatté con i Nazisti. Il nucleo dell’Esercito di Liberazione sorse dalla 14a Divisione Grenadier Waffen SS (1° ucraino) riorganizzato nell’aprile 1945 nell’esercito nazionale ucraino (UNA), attivo fino alla resa tedesca maggio 1945.

Evoluzione territoriale dell'Ucraina


L’Ucraina era stata il principale campo di battaglia del fronte orientale ed era completamente distrutta: più di 700 città e paesi e 28.000 villaggi erano stati rasi al suolo. La situazione fu aggravata da una carestia nel 1946-47, che fu causata da una siccità e dalla distruzione delle infrastrutture durante la guerra. Nell’Unione Sovietica, resa più estesa dalle conquiste della guerra, vi fu una notevole pulizia etnica post-bellica: dal 1 ° gennaio 1953 gli ucraini erano secondi solo ai russi tra gli adulti “deportati speciali”, che comprendevano il 20% del totale dei deportati. A questi si aggiunsero oltre 450.000 tedeschi etnici (i Tedeschi del Volga arrivati sul Volga ai tempi di Caterina II), provenienti dall’Ucraina e più di 200.000 tatari di Crimea.
La morte di Stalin e la presa del potere da parte di Kruscev (egli stesso un ucraino come poi Breznev) alleviò la situazione ucraina con l’enfatizzazione dei legami tra Russia e Ucraina. Fu proprio in occasione del 300 anniversario del Trattato di Pereyaslav che la Crimea venne trasferita dalla Repubblica sovietica Russa a quella Ucraina all’interno dell’URSS. L’era Kruscev vide grandi investimenti in Ucraina che divenne leader europeo nella produzione industriale e un importante centro dell’industria degli armamenti sovietica.

Le linee dei gasdotti passanti per l'Ucraina


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